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  • Roma, Totti:| Un pomeriggio d'amore

    Roma, Totti:| Un pomeriggio d'amore

    • V.N.

    Mentre Cristian in tribuna si metteva in piedi sulle gambe di Ilary per vedere meglio, lui dava spettacolo: correva, pressava, recuperava palloni, spronava i compagni e rincorreva gli avversari. Onnipresente, semplicemente. Nell'intervallo, mentre i laziali continuavano ad insultarlo (e lui, giustamente, li ha purgatipoco dopo) ci voleva giusto un po' di relax. Perché nel secondo tempo bisognava pensare alla cinquina e a mandarli definitivamente a casa. Quello che non è mai decisivo e nei derby non dovrebbe giocare, si sblocca al minuto 68: fallo su Pizarro, punizione dai 25 metri. Sul pallone Totti, Riise e Vucinic. Questi ultimi si allontanano, rimangono solo Francesco e il Pek. Il cileno tocca quel tanto che basta, bomba di collo pieno del Capitano, Muslera si addormenta e la Roma è in vantaggio.

    Lui esulta, corre, va vicino alla panchina della Lazio dove ci sono i compagni che si riscaldano e dove qualcuno gli porge la maglietta che aspettava. Era pronta, segno che Francesco sapeva come sarebbe andata. La mostra, paradossalmente prima al resto dello stadio che a Ilary. 'Sei sempre unica', c'è scritto. E il pensiero corre veloce a quel derby di 9 anni fa, quando si erano appena fidanzati e lui, con Montella a fianco, realizzò uno dei gol più belli della sua carriera. Pallonetto a Peruzzi dal limite dell'area, Ilary in tribuna che applaude ma non vede la maglietta '6 unica': 'Me l'hanno fatta vedere i suoi amici, che mi hanno preso in braccio', spiegherà poi. Stavolta, la sensazione è che se ne sia accorta subito, visto il sorriso e il bacio a Cristian.

    E poi, a partita terminata, il sorriso e l'abbraccio con Candela. Anche Vincent ha esultato ai gol dell’amico Francesco. E si è divertito, come tutti i romanisti, quando in 5 (cinque...) minuti ha fatto impazzire tutta la Lazio. Dopo il calcio in faccia di Matuzalem, graziato dall'arbitro, Totti si è sistemato sulla lunetta del calcio d'angolo insieme a Simplicio e ha pensato solo a tenere palla per far passare il tempo. Ineccepibile dal punto di vista disciplinare, ma logorante per i nervi di chi sa di essere, per l'ennesima volta, inferiore. Uno, due, tre angoli conquistati in successione. Il tempo passa, ma Lichtsteiner e Radu non riescono a venirne a capo. Altro destro, altro gol sotto la Sud, altra festa. Con la corsa a torso nudo (aveva ragione Montella, è in forma straordinaria) e la maglietta sventolata come fosse una bandiera. Castellini pronto ad entrare al posto suo è il primo a battergli le mani, Montella lo aspetta in panchina. Dove Francesco, stremato, si lascia cadere. Finalmente rilassato. Finalmente felice. Finalmente Totti. 

    (Il Romanista)

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