Roma, tifosi divisi su Pallotta
Ieri nell’etere radiofonico e nei forum su internet, l’ottima stagione della squadra e il rinnovo di Pjanic sembravano essere già metabolizzati. Meno le parole di Pallotta. «Ma cosa ne sa della curva? – si chiede un tifoso – Pensi a rafforzare la rosa che non tutti gli anni gira bene incassando e allestendo poi una squadra che arriva seconda. Viva le vecchie maniere». E ancora: «Noi abbiamo gli interessi? Ma non è lui che ha preso la Roma per costruire lo stadio e lucrarci sopra?».C’è anche chi ha l’impressione che «Pallotta voglia una tifoseria composta da clienti sempre pronti a metter mano al portafogli».
Entra in scena la difesa: «Grande presidente! Domenica mi son visto vietare di omaggiare la mia squadra a suon di minacce». Il partito pro-Pallotta s’infoltisce: «La speranza è che essendo americano appartenente ad un’altra cultura, non si faccia intimorire da questa gente. Grazie presidente per aver preso posizione, ora però passiamo ai fatti concreti: allontaniamo queste persone per sempre». E l’augurio di molti è «che per questo tipo di tifosi non ci sia spazio nel nuovo stadio attraverso controlli e schedature. E’ una battaglia dura ma da vincere». Non è la prima volta che la Curva Sud e la proprietà americana viaggiano su binari paralleli, facendo fatica a trovare un punto di congiunzione. Domenica la sponsorizzazione di Sky è stata accolta con bordate di fischi ma già in precedenza motivi di dissidio non erano mancati. Uno su tutti: il cambio del logo. Il 25 marzo, eloquente lo striscione esposto in curva: ‘Mr. Pallotta, we want our crest back’ (Pallotta, rivogliamo indietro il nostro stemma).