Il miglior modo per togliersi dal mercato. Rodrigo Taddei lo ha trovato, e Luis Enrique gliene ha dato atto: 'Vive da perfetto professionista, ha aspettato il suo momento, era pronto per giocare dal primo giorno, si allena come un matto, per noi ora è importantissimo e fa benissimo entrambe le fasi di gioco'. Ieri a Bologna è stato superlativo, ha coperto bene la sua zolla di campo dando sempre un suggerimento ai propri compagni in avanti. Per l'allenatore sono tutti titolari, ma si può scrivere tranquillamente senza timori di smentita che l'esterno brasiliano ha tolto il posto da titolare a Josè Angel. Lo staff tecnico sta allenando lo spagnolo nella marcatura, nella fase difensiva; sta imparando velocemente, dicono. Meglio così, ma Rodrigo a 31 anni non ha di certo paura della concorrenza.

Interpreta a meraviglia il gioco chiesto da Luis Enrique. E' un esterno atipico. Al termine dell'azione non va sul fondo per il cross, semmai cerca lo scambio con il compagno, come se fosse un trequartista o una seconda punta. Ieri è tornato a segnare dopo 559 giorni: a Parma l'ultima sua marcatura (1 maggio 2010). Di fatto, è il massimo interprete del calcio totale in maglia giallorossa. Il rappresentante di quella vecchia guardia mai perdente, quando in campo in numero maggiore rispetto ai nuovi arrivati. Se esistessero ancora le maglie dall'1 all'11, Taddei le avrebbe indossate tutte tranne tre: quella del portiere, del difensore centrale e del mediano. Per il resto, ha giocato in tutti ruoli. Spalletti lo inventò addirittura centravanti in una partita a Udine e lui andò benissimo: la Roma vinse 4-1. Con Ranieri qualche volta giocò anche da intermedio. Grinta, fame, tecnica: Taddei ha tutto per continuare a vivere la stagione da protagonista. Inaspettato. Come tutti gli anni, ma poi a far battere forte il cuore ai tifosi giallorossi ci pensa sempre lui. Per questo non ha paura della concorrenza... e del mercato.