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    Roma, Stekelenburg: un'altra chance contro la Juve

    Roma, Stekelenburg: un'altra chance contro la Juve

    • Valerio Nasetti

    'Mi assumo tutte le responsabilità del gol dell'1-1, ho fatto un errore e spero sia l'ultima volta. Volevamo tre punti, e per il mio errore ne abbiamo soltanto uno. Ma questo è il calcio’. E la vita. Stekelenburg a Roma ha intrapreso una parabola decadente preoccupante, ma tanti portieri prima di lui hanno appurato come essere il numero uno della Roma sia diverso rispetto ad altri club: qui sono stati esaltati e poi ripudiati professionisti come Antonioli, Pelizzoli, Curci, Doni, Julio Sergio.  Per ragioni diverse, la Roma da undici anni non riesce a trovare una sicurezza tra i pali, come se ci fosse in atto una maledizione. L'acquisto di Stekelenburg sembrava potesse rappresentareil giusto sortilegio: nel fiore dei suoi anni, fresco di un Mondiale da protagonista nel 2010. Invece, niente.

    Inizia subito malissimo contro lo Slovan Bratislava e in campionato soltanto in casa contro il Palermo riesce a sfoderare una prestazione degna del suo nome. In mezzo il terribile incidente causato da Lucio, poi le espulsioni e ad aprile l'infortunio alla spalla. Oggi gli si rimprovera di non parlare ancora una parola d'italiano: un mutismo condito da una stagione anonima che lo stava portando lontano da Roma, verso Londra. Alla fine è rimasto, come i suoi problemi. In Nazionale ha perso il posto, nella Roma ancora no.

    Ma dopo il fatidico scontro con Burdisso e la saponetta sul 'crossetto' di Berardi, anche la titolarità in giallorosso ha iniziato a vacillare. Per ora, Zeman è intenzionato a dargli un'altra chance: ‘Succede, ed è successo anche a qualcuno più bravo. Per ora sta bene e spero ci possa aiutare già dalle prossime partite’. Il futuro si chiama Juventus. Goicoechea per ora può aspettare, ma Stekelenburg nel frattempo deve tornare a fare lo Stekelenburg. Per il bene suo e della Roma.

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