Stekelenburg-Goicoechea:| Roma, una porta per due
PERCHE' L'OLANDESE - Tecnicamente Stekelenburg è più forte e nessuno a Trigoria, allenatore compreso, può avere dubbi. Tra i pali il confronto non esiste. L'olandese è tra i migliori al mondo. Anche lui sa trattare la palla con i piedi e, l'anno scorso, fu scelto anche per questo. È più razionale del collega, nel senso che vuole ridurre al minimo gli eventuali rischi, dote che ha acquisito giocando tante partite in campo internazionale. Sa bene che un errore del portiere può incidere sul risultato più di quelli che commettono gli altri giocatori. Preferisce, dunque, il passaggio semplice e scontato. Per non mettere in difficoltà i compagni con palloni che scottano. Di poche parole (anche perché ancora non parla italiano: forse è un limite), ha esperienza e fisico.
PERCHÉ L'URUGUAIANO - La scelta coinvolge anche l'aspetto tattico. Zeman è convinto che la difesa della Roma, quando c'è Goicoechea, riesca a giocare più alta. L'uruguaiano sa utilizzare bene i piedi e quindi partecipa di più del collega. Anche per una questione di carattere. Parla molto e quindi, al contrario di Stekelenburg, guida il reparto. In assoluto sembra avere un rapporto migliore con i compagni che lo apprezzano proprio per il modo di farsi sentire in campo. Ha personalità, ma anche sfrontatezza. Rischia sempre e, a volte anche esagerando, non rimane mai dentro la porta. Parte per qualsiasi uscita alta, anche a costo di esporsi a brutte figure.
(Il Messaggero)