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    Roma Skominata, ma la strada è quella giusta: ora tocca a Pallotta

    Roma Skominata, ma la strada è quella giusta: ora tocca a Pallotta

    • Paolo Franci

    Un'altra grande notte non è servita per vivere un'altra grande avventura. L'errore di Nainggolan, un pallone perfido che rotola verso le gambe sbagliate e la partita che diventa come Le Petit Dru, una delle pareti da scalare più difficili al mondo. Da lì, da quell'errore al minuto 8 e 40, sarà tutta un'altra storia. Un'apnea di speranza e difficile riscossa. Di orgoglio e voglia di fare l'impossibile anche se, sin da subito, si capisce che l'impossibile tale resterà. Eppure, quei pazzi lì, quelli con le maglie giallorosse ci hanno provato lo stesso. E ci sono arrivati così vicini, nel finale, tanto da poter accarezzare quelle quattro lettere di paradiso, quelle che compongono la parola KIEV.


    Di questa notte come nessun'altra notte vissuta all'Olimpico _ lo ripeto: quella di 34 anni fa era una notte che la Roma consumò per diritto di nobilità, essendo una squadra da tetto del mondo. Questa qui, lo dicono campionato e trofei non vinti, non lo è da tanti anni _ resterà quel fantastico pubblico, l'applauso scrosciante venuto giù come un uragano al fischio finale. E, tra i mille gesti tecnici, rudi, cattivi e buoni, mi tengo stretta la carezza appena accennata di Wijnaldum a Nainggolan dopo l'errore fatale, un gesto bellissimo, perchè l'olandese ha capito il dramma interiore del Ninja. Cercherò, invece, di rimuovere quell'arbitraggio osceno che ha ridato linfa vitale allo sfogo di Andrea Agnelli nella notte di Madrid. Guardate la finale di Champions, è Real Madrid-Liverpool. Guardatela bene e ripassatela al setaccio dei tremendi errori arbitrali. Da quelli 'siamesi' del Bernabeu e dell'Olimpico, con un fallo di mano grossolano (Marcelo e Alexander Arnold) che certo avrebbe potuto indirizzare diversamente la sfida. Eppoi quello scempio incredibile, quando Dzeko viene messo giù da Karius. E' rigore che non arriva perchè il re bosniaco è in gioco per tutti tranne che per Skomina. Lui sì che ha Skominato la Roma. A me non piace parlare di arbitri. Lo trovo un gesto di estrema debolezza. Però è vero che se ci fosse stata la Var, a Kiev si giocherebbe un'altra finale. Su questo non ci piove.

    Il che non vuol dire che ci si debba piangere addosso chissà fino a quando. Anzi, si deve voltare subito pagina e pensare che la Roma abbia raggiunto una dimensione europea ripetibile. Il primo a rendersene conto, riassestando strategie di mercato e investimenti, dovrà essere il presidente James Pallotta, ieri giustamente furioso ma forse convinto che il suo club sia di fronte a un bivio decisivo verso la via che porta alla costruzione di una grande squadra. Che si fa presidente, si imbocca quella via?
     

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