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Strootman c'è, come cambia la Roma
ADDIO DIFESA A 3? - Il forfait di De Rossi sembra tagliare inevitabilmente fuori ogni chance di difesa a 3. Il numero 16 giallorosso era l'uomo scelto da Spalletti per iniziare l'azione dal basso: abilità difensive e piede educato, nell'idea del tecnico di Certaldo una sorta di omologo di Bonucci e Gonzalo Rodriguez, anche se con un approccio più da regista arretrato e meno da difensore puro. In organico non ci sono grandi alternative: una difesa a 3 sarebbe possibile con Rudiger e Zukanovic ai fianchi di Manolas, ma le capacità di impostazione del greco non sono così affinate da indurre Spalletti a rischiare. Pertanto, con De Rossi ai box, a meno di situazioni di emergenza pare complicato immaginare una Roma da 3-4-2-1. La potenziale alternativa Castan, al momento, è da scartare: il brasiliano non è ancora tornato il difensore pre-infortunio, il tecnico lo ha provato sulla sua pelle nell'esordio contro il Verona.
UN ASSO IN PIU' A CENTROCAMPO - Linea arretrata a 4, quindi. Con almeno un uomo in più a centrocampo, se Spalletti decidesse di insistere con una sorta di 4-3-1-2 molto anomalo: Perotti ha spesso ricoperto i panni di un trequartista simile al centravanti tattico, lasciando Salah ed El Shaarawy da punte. Ma il ritorno di Dzeko e la possibilità di vedere il bosniaco anche in tandem con Francesco Totti apre nuovi interrogativi. Sia in caso di centrocampo a 3 che di mediana a 2, Kevin Strootman è per Spalletti l'aggiunta perfetta. L'olandese sa distruggere e impostare, giocare in maniera semplice e azzardare letture in verticale. Una carta preziosa per il tecnico, che sa di poter contare anche su Keita e Vainqueur, particolarmente positivi nelle ultime uscite, e che per questo motivo non forzerà i tempi del rientro dell'ex PSV. Ci dovremo aspettare ancora una Roma camaleontica, anche con Strootman a pieno regime: dal 4-3-3 al 4-3-1-2 passando per il 4-2-3-1, l'olandese è un uomo buono per tutte le stagioni.