Calciomercato.com

  • AFP via Getty Images
    Roma-Renato Sanches, un affare tutto interno al Circo Mendes

    Roma-Renato Sanches, un affare tutto interno al Circo Mendes

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Pare che per il trasferimento di Renato Sanches alla Roma manchi soltanto l'ufficialità. Dunque si può già parlare di quale tipo di calciatore sia il centrocampista portoghese, ma soprattutto del timbro che si porta addosso e lo ha inserito in un giro di trasferimenti tanto vorticoso quanto, sovente, fuori dalla sua portata: il timbro di Jorge Mendes, portoghese come il direttore sportivo romanista Tiago Pinto e il tecnico giallorosso José Mourinho, che del super-agente lusitano è anche cliente. E nel mezzo di questo giro si ritrova Renato Sanches, un soggetto dal profilo incerto sotto tutti i punti di vista: non soltanto nella collocazione in campo, ma persino nei dati anagrafici.

    Registrato all'anagrafe cinque anni dopo la nascita – Nato in Portogallo da genitori immigrati (padre di São Tomé e Principe, madre di Capo Verde), Renato Sanches risulta nato il 18 agosto 1997. Ma si tratta di un'indicazione “sulla fiducia”, poiché i genitori vanno a registrarlo all'anagrafe portoghese ben cinque anni dopo la nascita (nel 2002) e fanno trascrivere quella data. Pare che da quelle parti non sia un'eccezione. Il Portogallo è paese d'immigrazione da ben prima che lo fosse l'Italia. E il vasto flusso proveniente dalle ex colonie è stato governato in modo non sempre preciso dall'ex centro metropolitano, che vedeva morire per consunzione l'impero. A ogni modo, la rocambolesca vicenda anagrafica ha generato molti sospetti sulla carriera di Renato Sanches, specie negli anni iniziali da professionista. Quando nella stagione 2015-16 s'impose nel calcio portoghese grazie al primo campionato da titolare del Benfica, condotto a buon livello ma anche estremamente pompato dalla stampa lusitana, furono in molti a dubitare che quel ragazzo avesse soltanto 19 anni. I tratti somatici parevano nettamente più adulti e anche la struttura fisica non era proprio quella di un ragazzo ancora in crescita. Per una mera questione anagrafica, adesso che il calciatore ha 7 anni di più la questione non è di gran peso. Ma in quel momento, per ragioni di valore di mercato, la differenza fra essere etichettato coma calciatore non ancora ventenne o più avanti con l'età fa la sua bella differenza, sia in termini di prospettiva di carriera che rispetto alla valutazione delle prestazioni in campo. Perché un conto è sapere che quel calciatore, così esplosivo e esuberante ma anche tutto da disciplinare tatticamente e atleticamente, ha meno di vent'anni e dunque può ancora essere plasmato; altro è sapere che va già verso i venticinque anni e dunque è ormai strutturato. In quella fase la società di appartenenza, il Benfica, minaccia azioni legali e spergiura che l'età di Renato Sanches è quella dichiarata all'anagrafe. A ogni modo, per il centrocampista del Benfica si tratta di una stagione magica che culmina col trionfo della nazionale portoghese agli Europei francesi del 2016. Della squadra guidata dal commissario tecnico Fernando Santos il centrocampista del Benfica diventa titolare nel corso della manifestazione. La stampa internazionale acclama il giovane (fino a prova contraria) astro del calcio lusitano. Ma proprio nel momento in cui giunge al culmine, la parabola si arresta.

    Nelle mani di Jorge Mendes – La carriera di Renato Sanches segue uno schema che pochi anni dopo verrà replicato per João Félix: entrambi provenienti dal Benfica, entrambi autori di una stagione d'esordio positiva e iper-celebrata, entrambi ceduti nel successivo mercato estivo a un club europeo di primo piano. Nel caso di João Félix la cifra di cessione all'Atlético Madrid è addirittura indecente: 126 milioni di euro. Anche nel caso di Renato Sanches, che viene trasferito al Bayern Monaco prima degli Europei, le cifre sono spropositate: 35 milioni di euro fissi più 45 milioni di euro condizionati al maturare di determinati bonus entro il 30 giugno 2021. In tutto sarebbero 80 milioni di euro, ma di quei bonus non scatta nemmeno un centesimo perché l'esperienza di Renato Sanches in Bundesliga è un flop quasi quanto lo sarà quella di João Félix in Liga. Di fatto, i due ex ragazzi d'oro del Benfica sono gemelli in tutto. Manca però da menzionare un altro elemento in comune: entrambi hanno come agente Jorge Mendes. Che fa di tutto per lanciarli nel grande calcio europeo prima possibile (quando forse avrebbero fatto meglio a rimanere almeno un'altra stagione in Portogallo per accumulare esperienza) e montare intorno a loro trasferimenti dai valori finanziari esagerati, che hanno finito per schiacciare entrambi.

    La prima fascia non fa per lui – Dunque il ragazzo prodigio fallisce la prima stagione al Bayern Monaco e nella successiva viene prestato allo Swansea, in Premier League. Fallisce anche lì in un'annata che lo vede anche vittima di infortuni. Rimane anche nella memoria un passaggio laterale indirizzato a un cartellone pubblicitario scambiato per un compagno di squadra, nella gara di Stamford Bridge contro il Chelsea. Il portoghese torna al Bayern dove fa la comparsa per la stagione 2018-19. Infine trova un club disposto a comprarlo al club bavarese, che dal canto suo ormai non vede l'ora di disfarsene. Si tratta del Lille, club francese il cui mercato viene fatto dal portoghese Luís Campos, grande amico di Jorge Mendes. Nel Lille, squadra europea di seconda fascia, Renato Sanches torna a sentirsi a proprio agio. Non si rivede mai il giocatore che aveva impressionato gli osservatori internazionali, e inoltre l'attesa maturazione nello stile di gioco non arriva proprio: Renato Sanches continua a essere un giocatore di grandi fiammate ma anche esuberante all'eccesso, tatticamente ingovernabile. Come lo era nei suoi 19 anni (con asterisco) del 2016. A ogni modo, le tre stagioni giocate col Lille sono positive e lo rigenerano. Tanto da valergli il trasferimento al Paris Saint Germain nell'estate 2022. Altra società amica di Jorge Mendes. Altra squadra di prima fascia europea. E altra stagione flop, con poche presenze (e pochissime da titolare) e il solito curriculum di infortuni. Sicché adesso si replica la situazione di sei stagioni fa al Bayern: dopo una stagione si apre la strada dei prestiti. Tocca alla Roma, che a questo punto deve decidere se vuol essere una società e una squadra da prima fascia europea. Intanto riceve un calciatore gestito da Jorge Mendes per volere dell'allenatore gestito da Jorge Mendes. Ma certamente saranno state fatte le valutazioni tecniche del caso, ci mancherebbe altro.

    @pippoevai

    Altre Notizie