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    Roma-Real, le pagelle di CM: Under, che errore! Nzonzi cammina

    Roma-Real, le pagelle di CM: Under, che errore! Nzonzi cammina

    • Francesco Balzani
    Roma-Real Madrid 0-2

    Olsen 5,5: Un intervento di piede su Modric. Questo è il resoconto breve e poco intenso del suo primo tempo di fronte ai campioni d’Europa del Real Madrid. Tutto un altro film quindi rispetto all’horror dell’andata. La ripresa però parte con una ciabattata che innesca il corto circuito da cui nasce il gol di Bale. Si riscatta ipnotizzando il gallese poco dopo, ma non basta e il film horror torna. 

    Florenzi 5,5: Corre, a volte però bisogna trovare un senso alla sua corsa visto che espone la Roma alle infilate di Bale. Le sue sgroppate favoriscono comunque un certo sound sulla fascia destra anche grazie alla collaborazione di Under. Un po’ disordinato quando si arriva al passo finale e poi quanta ingenuità quando tiene in campo Vazquez.  

    Manolas 6: Dopo essersi infilato Messi e Suarez in tasca (all’Olimpico) Kostas non ha più paura di nessuno. Affronta senza timori sia Benzema che Bale e di certo non è colpa sua se Olsen e Fazio decidono di far partire la musica da circo che conduce Bale dentro la porta. Con la Roma sbilanciata il Real guadagna metri e veloità, così pure il greco finisce per arrendersi.  

    Fazio 4,5: Di testa è un’arma di difesa micidiale, pure al cospetto di Benzema ma quella stessa arma gli si ritorce contro quando a inizio secondo tempo regala a Bale la palla dello 0-1, immeritato.  Quando non ha folletti dispettosi che gli girano intorno mantiene pure una certa dignità, ma certi errori sono imperdonabili. E’ ora di comprare un difensore di  livello.  

    Kolarov 5,5: Il suo nome non è fischiato, da chi di calcio ci capisce poco o tanto perché in fondo nessuno è uguale e tutti siamo competenti. Chi più chi meno. C’è da dire che il serbo sa giocare, ma ultimamente lo fa bene con la frequenza di un orso nel periodo del  letargo. Al 7’ ci sta pure un rigore per mani di Carvajal su una delle sue incursioni da coltello tra i denti. Tambureggia l’Olimpico quando alla mezz’ora dopo un azione complessa per poca non spacca l’angolo alla destra di Courtois. Poi si ammoscia pure lui. Non capiremo di calcio, ma questo calcio è noioso.  

    Nzonzi 4: Pronti via e il francese si fa bruciare subito sul posto. La lentezza di pensiero del francese diventa la migliore amica dei centrocampisti del Real che puntualmente vanno a pressare Nzonzi. In fase di impostazione si limita al minimo. Forse ha bisogno di riposare, o forse la Roma ha bisogno di altro in quella zona del campo. Fischi abbondanti quando esce dal campo, camminando ovviamente. Non sia mai. (19’st Coric ng: sto povero ragazzo entra sempre quando il dramma è già consumato. Prova pure il tiro in porta)

    Cristante 5: Chi si guarda indietro è perduto, diceva qualcuno. Lui lo fa spesso con una paura eccessiva, così nonostante qualche sana spallata a Modric finisce spesso a vivere di ricordi e malinconie. E sembra di sentire Vasco: “La noia la noia la noia la noia la noia, io non ci vivo più”. Chi non rimpiange Nainggolan ha qualcosa che non va. 

    Under 5: Ha un compito per niente facile per uno della sua età: mettere in difficoltà Marcelo, il terzino più forte del mondo. Il turco ci riesce per oltre mezz’ora, ma si ricorderanno tutti per quell’errore a un metro dalla porta che fa sobbalzare i 65 mila dell’Olimpico.  Uno sbaglio incredibile e pesantissimo dal quale non riesce a rialzrsi. L’uomo del calcio d’angolo più bello della recente storia romanista (quello da cui nasce il 3-0 di Manolas al Barcellona) poi cerca di ripetersi con calci piazzati che nascondono veleno letale. 

    Zaniolo 6: Ha il Real nel destino, ma come all’andata si fa notare poco nei primi minuti. Il momento più significativo del primo tempo è quell’assist perfetto per Under che lo porta negli Highlights di mezza Europa ma che il turco non riesce s sfruttare. Ci riprova pure dopo lo svantaggio di Bale, ma è Carvajal a togliergli il dolce da sotto il naso. Esce tra i crampi. (24’st Karsdorp ng: è vivo!) 

    El Shaarawy 6: Era partito col vento in poppa, come spesso avviene nelle serata di gala. Bravo a indossare la tuta mentre sorseggia champagne, e a mettersi il frac mentre beve birra. In parole povere: difende e fa il lavoro sporco ma sa anche proporsi con classe davanti. Poi arriva la martellata di Modric, e il Faraone - che già si era acciaccato in un’azione precedente - è costretto ad uscire per una sospetta distorsione al ginocchio.  (22’pt Kluivert 5: meno umile rispetto a Stephan, e questo non è un bene anche perché di vanità non può ancora campare. Strappa qualche applauso per una bella diagonale al 58’)

    Schick 4,5: C’è il Real, e non può non venirti voglia di combattere. Il ceco sembra partire col piglio giusto ma dopo due errori ecco che torna a suonargli in testa una canzone qualsiasi di Masini. Ha l’occasione per cambiare disco ma Varane si mette tra lui e la gloria e ricomincia a ballare un lento straziante. Per lui, e per noi. Di testa poi ne ne prende una.  

    Di Francesco 5: E’ il primo allenatore italiano ad accedere agli ottavi. E questo, anche se grazie al Plzen, è un dato che fa riflettere visto il cammino deprimente in campionato. La Roma vista col Real più brutto della recente storia però rimette in campo i soliti vizi: poca cattiveria sotto porta, depressione post gol avversario e errori individuali. Il suo gioco? Francamente lo abbiamo visto poco. Con l’Inter si salvi chi può. 

    Real Madrid

    Courtois 6,5: Un primo tempo di sofferenza al quale sopravvive tra parate più o meno facili e una benedizione a Sant’Isidro di Madrid per l’errore di Under. Nella ripresa si gode lo spettacolo dei compagni. 

    Carvajal 6: Nel primo tempo è sofferenza totale contro Kolarov, e c’è pure un fallo di mani che poteva costare un rigore. Poi il serbo si ammoscia e lo spagnolo rifiata. 

    Varane 7: Non è un caso la sua candidatura al pallone d’Oro. Nella perduta difesa madrilena resta il vessillo più resistente e impedisce nel primo tempo che la Roma passi in vantaggio in più di un’occasione tra diagonali, colpi di testa e scivolate. Nella ripresa mantiene posizione e porta inviolata.  

    Ramos 6: Il capitano non ha la verve dei giorni migliori, ma dopo un primo tempo di sofferenza riprende in mano i Blancos. Ripetiamo, siamo ben lontani dal Real divora tutto. 

    Marcelo 5,5: Dove è finito il terzino destro più forte del mondo? Il brasiliano è in infradito dal Mondiale, forse pure per lui è arrivata l’ora di andare. Nella ripresa riscatta parzialmente un primo tempo anonimo. 

    Llorente 6,5: Piace alla Roma, e forse si è messo in vetrina dopo tanta panchina. Si prende una gomitata da Zaniolo e non demerita per niente. Chissà che il futuro non sia in questo stadio…

    Modric 6: Usa il fioretto, ma il croato non è solo classe è sa prendere in mano pure il martello. Così dopo aver impegnato Olsen, si prende un giallo che fa fuori El Shaarawy dalla gara. Poi dirige l’orchestra con calma e senza strafare. (34’st Valverde ng)

    Kroos 6: Inizio timido, poi capisce dove andare a fare male. Non fa troppa impressione, ma è decisamente meno in difficoltà rispetto alle ultime uscite. 

    Vazquez 6,5: Cattivo quando serve, e paziente nell’aspettare il momento giusto. Prima del gol giusto qualche spunto velleitario e tanta corsa. 

    Benzema 6: Quante volte si sarà sentito dire: fai reparto da solo. Ma è così, anche se proprio solo non è. Combatte, sgomita, porta via uomini e respiri e regala l’assist a Vazquez. Al tiro però non ci arriva praticamente mai.   (32’st’ Diaz ng: all’andata segnò un eurogol, oggi non ripete l’impresa)

    Bale 7: Scioglie le trecce e corre. Ma è solo grazie all’assist di Fazio che riesce a andare oltre l’ostacolo. Ha la possibilità di raddoppiare ma si divora il gol a due passi da Olsen. Resta il pericolo numero uno per la difesa romanista. E resta uno dei migliori al mondo nel suo ruolo.  (39’st Asensio ng)

    Solari 6,5: Il suo Real non gioca di certo un gran calcio, e senza l’errore di Under forse racconteremmo un’altra partita. Però la personalità c’è, e viene fuori quando le grandi squadre decidono di tenerla fuori. Primo posto assicurato. 

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