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    Roma, piano Pallotta: Nainggolan cedibile. Monchi su Lenglet, Kessie e Dolberg

    Roma, piano Pallotta: Nainggolan cedibile. Monchi su Lenglet, Kessie e Dolberg

    Roma giovane e senza catene, il piano del presidente Pallotta: con il ds Monchi si punterà sui potenziali assi di domani. Liberi tutti: chi non vuol far parte del piano, può andare via. A cominciare dall'allenatore. E anche chi vuole farne parte può essere ceduto, nell'ottica della ristrutturazione finanziaria e della convenienza progettuale. 

    BIG IN USCITA - Come si legge sul Corriere dello Sport, i rinnovi dei contratti già programmati per Strootman e Nainggolan, senza contare la questione De Rossi, sono stati congelati in attesa di tempi migliori. E con Manolas, di fatto, le trattative sono state interrotte con l’idea che la cessione di un difensore, arrivato già ai 26 anni di età e quindi al massimo delle proprie potenzialità, possa rivelarsi funzionale alle esigenze economiche senza “costare” troppo sul piano puramente tecnico. Entro il 30 giugno la Roma dovrà vendere almeno un grande calciatore per contenere il disavanzo (53,3 milioni dopo i primi sei mesi di esercizio), ma attraverso Monchi si sta organizzando per non depauperare il patrimonio della rosa e ripartire di slancio. E visto che la società si è già impegnata per circa 40 milioni con i riscatti (Bruno Peres, Fazio, Perotti, Mario Rui, Emerson, Juan Jesus) diventa fondamentale la conquista del secondo posto, che vale l’accesso diretto alla Champions League. Se la Roma riesce a tenere dietro il Napoli, le proiezioni della squadra saranno più gradevoli non solo per la prossima stagione ma anche per le successive, quando entrerà in vigore la riforma della Champions che assegna (salvo crolli nel ranking) quattro posti nel tabellone principale alle squadre italiane. 

    PANCHINA - Proprio una serie di garanzie progettuali determinate dal piazzamento in campionato e un’ampia autonomia decisionale all’interno di Trigoria possono spingere Luciano Spalletti a rivedere il proposito di lasciare la Roma. Pallotta è stato chiaro già nella cena di marzo dalle parti di Via Veneto: la prima scelta per la panchina resta lui. Ha dato mandato a Baldini di guardarsi intorno, ovviamente, e con il supporto di Monchi non si farebbe trovare spiazzato di fronte all’addio. Ci sarebbe un grande nome che, già contattato, avrebbe dato la disponibilità ad allenare la Roma. E poi tra Emery e Mancini, Montella e Gasperini, le alternative non mancherebbero. Ma se Spalletti si convince a rimanere, nonostante la probabile assenza di vittorie che aveva posto come condizione decisiva, la Roma è felice di non cambiare. 
    Morale: a sette giornate dalla fine del campionato, Spalletti può ancora decidere da solo il suo futuro. E’ proprio il presidente giallorosso Pallotta in prima battuta ad essere sicuro che la squadra abbia in casa l’uomo giusto. Resta da capire fino a che punto durerà lo stallo, perché la programmazione ha bisogno di punti fermi. E Spalletti lo sa bene. 

    CALCIOMERCATO - Dentro Kessie, fuori Nainggolan. Non è una certezza ma un’ipotesi fondata. La Roma deve riequilibrare il bilancio. E così davanti a un’offerta irrifiutabile, potrebbe essere costretta a vendere il suo giocatore più amato e desiderato, Nainggolan appunto, partendo dal presupposto gestionale ispirato da Pallotta: un calciatore di 29 anni non può e non deve essere trattenuto davanti a un’asta internazionale se già è stato individuato un sostituto che costituisce un investimento appetibile. Franck Kessie è il rinforzo bloccato da tempo. A gennaio per la precisione. "Piace di molto", come direbbe Spalletti. E grazie alla proposta all’Atalanta, acquistarlo subito per averlo a luglio, è già in pugno alla Roma. L’accordo è stato trovato, va soltanto messo nero su bianco. Rientra nella logica coordinata di Pallotta: Kessie è del ‘96, come Lorenzo Pellegrini che tornerà sotto il controllo della Roma dietro pagamento dei 10 milioni della clausola di riacquisto, e ha 8 anni in meno di Nainggolan. Nel mirino anche Lenglet per la difesa e Dolberg per l’attacco. 

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