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    Roma, Perotti: 'Che differenze tra Di Francesco e Spalletti!'

    Roma, Perotti: 'Che differenze tra Di Francesco e Spalletti!'

    L'attaccante classe '88 della Roma Diego Perotti ha parlato a Sky Sport tornando anche sulla grande vittoria in Champions League contro il Chelsea: "Non ci aspettavamo un 3-0 però si, sapevamo di poter vincere. Avevamo fatto una grande partita là a Stamford Bridge, ribaltare il 2-0 iniziale penso sia stato più difficile che vincere 3 a 0, perché una volta che abbiamo segnato il primo gol all’inizio si è messo tutto un po’ più facile. Non ci aspettavamo un risultato con tanti gol, però pensavamo di farcela a vincere e alla fine siamo pure riusciti a far divertire i nostri tifosi e a dimostrare che la squadra c’è".

    Sulla rivoluzione di Di Francesco: "Lui ha messo il suo. Qua avevamo una maniera di lavorare diversa da quella che lui voleva quando è arrivato. Quelli che hanno iniziato a lavorare con lui da Pinzolo magari lo hanno capito prima, rispetto a quelli che sono arrivati dopo per la nazionale. Lui ha messo la sua maniera di lavorare, il suo modo di pressare e il suo gioco. Non è facile cambiare modo di giocare, passando da un allenatore all’altro e ci vuole tempo, ma adesso penso che i risultati si stiano vedendo. Differenze con Spalletti? Prima di tutto con Spalletti passavamo da una difesa a tre a una a quattro, Di Francesco non cambia, gli piace il 4-3-3 e gioca così sempre, fino ad ora. A me chiede molto di prendere palla e buttarmi dentro tra le linee e quello con Spalletti non lo facevo quasi mai".

    Sul suo grande momento di forma: "Quando uno non gioca con continuità è difficile. Anche entrare per 10-15 minuti non è facile. Giocare sempre non si può perché siamo in tanti e quello l’ho capito. L’anno scorso, nella seconda parte di stagione non ho giocato molto perché con il cambio modulo Nainggolan è stato spostato in avanti e ha fatto benissimo e la squadra vinceva. A me non restava che allenarmi e farmi trovare pronto ogni volta che venivo chiamato. Era una scelta dell’allenatore che magari non mi vedeva in un buon momento e ha scelto altri compagni. Quest’anno la chiave è che mi sento bene fisicamente, ho fatto un bel ritiro e anche in argentina avevo fatto un po’ di preparazione, a 29 anni non puoi presentarti senza aver fatto nulla. Poi i risultati comandano, quando vinci stai bene".

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