Roma-Napoli: Mou deve sorprendere, altrimenti Spalletti saprà dove colpire. L'importanza di Zaniolo e Raspadori
IL CENTROCAMPO DELLA ROMA - Osservare il comportamento difensivo dei centrocampisti della Roma per immaginare la forma adattiva che assumerà il fraseggio del Napoli domenica sera. Contro la Samp di Stankovic, il regista Villar, abile palleggiatore, andava schermato in qualche modo. Per lo più se ne occupava Camara, alla sua prima da titolare. E mentre Villar ‘parlava’ spagnolo, Rincon suo compagno di reparto perdeva le imbucate possibili. Era come se la Samp provasse a costruire e allo stesso tempo mancasse la giocata chiave che avrebbe fatto saltare il centrocampo avversario.
Perché la Roma si muove strana a centrocampo, non è questione di Camara.
In un Roma che non accetta di mettersi dietro, per dire, se giochi come sa fare il Napoli, cioè con interpreti tecnici nelle posizioni giuste e un movimento logico del pallone, dovresti riuscire a palleggiarci dentro. I due interni più solidi, Matic e Cristante, sono costretti a tamponare spesso lateralmente, con scivolamenti che alla lunga generano buchi centrali. In questi casi, ad esempio, l’attrazione esercitata da Villar su Cristante isolava Matic. Così ogni tanto la Samp riusciva a indovinare la combinazione vincente.
IL FRASEGGIO PENSANTE DEL NAPOLI - Ecco, immaginate questi stessi spazi offerti a gente come Lobotka, Zielinski, Kvara e Raspadori. Gente che gli spazi li crea anche dove non ci sono, coi movimenti coordinati e la circolazione ragionata del pallone. Questa qui sotto è una situazione contro il Bologna, che si difendeva corto corto con un 4-5-1. Tutti accartocciati per non far passare un pallone.
Ma guardate Zielinski, mentre Lobotka avanza palla al piede, come tira fuori Ferguson per aprire un corridoio tra il regista slovacco e Kvara che entra dentro.
La Roma avrà un centrale in più, d’accordo, però questi fan passare il pallone letteralmente dove vogliono… Il rischio è che il Napoli spacchi la Roma prima, nel suo centro, dove si rilevano gli squilibri più evidenti. E poi guardate qui che roba… Non si è ancora parlato abbastanza del lato assist man del georgiano…
OSIMHEN O RASPADORI? - Se uno pensa solo a Smalling, chiaramente la risposta è Osimhen. Ma non è detto che Spalletti faccia questo ragionamento. Perché pensare a un duello quando si può spostare la sfida su un piano diverso, incrementando la potenza del sistema? Ad esempio potrebbe piacergli tanto la sensibilità tecnica dell’emiliano Raspadori, che è tornato finalmente a legare il gioco come ai tempi di De Zerbi. Potrebbe piacergli di più di certe ‘stecche’ incontro di Osimhen, capire che è più utile il piccoletto per sfruttare le debolezze fra le linee della Roma.
CON ZANIOLO O SENZA - Nella Roma invece la solita domanda: con Zaniolo o senza? I tifosi giallorossi ormai sono abituati. Certo è che, per quanto semplificata possa risultare senza Dybala, la Roma con Zaniolo è comunque un’altra cosa, non me ne voglia Belotti o Abraham, dovesse star giù addirittura Abraham. Basta una palla alta sopra un centrale a campo aperto, e c’è da tremare. Perché Zaniolo t’investe.
Sul centrosinistra del Napoli contro il Bologna ha giocato Juan Jesus, che è mancino, normalmente ci sarebbe Kim, che per l’assenza di Rrahmani è stato spostato a destra. Vedremo cosa sceglierà Spalletti stavolta, magari ci piazza il coreano e buonanotte. Sempre con Zaniolo (senza Dybala), ma anche senza Nicolò, la Roma prova spesso questa giocata tipica del 3-5-2. E per poco Belotti non segnava così contro la Samp.