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Roma, Mourinho: 'Dybala? Vi dico se ci sarà col Feyenoord. Champions, alcuni possono fare pronostici ma noi...'
Sulla gara
“Abbiamo cambiato diversi giocatori. Lorenzo e Wijnaldum hanno giocato 45′ giovedì, altri non hanno nemmeno giocato. Solo 3-4 giocatori hanno fatto 90′. Abbiamo rischiato, però una risposta ottima della squadra come squadra. Il risultato può sembrare può far sembrare che sia stata una partita facile: io non l’ho sentita così. Abbiamo abbassato la pressione e abbiamo sentito stanchezza nella pressione alta. Siamo stati in difficoltà li, Rui ha parato, dopo il terzo gol finisce la partita. Ma il 3-0 come minimo, non è il risultato che ho sentito nei 90’”.
Bella l’aggressione dei centrocampisti. Oggi hai schierato 6 italiani, più i cambi. Quanto sono importanti i blocchi italiani in una squadra di vertice?
“A me piace. È la conseguenza della nostra natura o realtà economica? No. È un modo della società di pensare che ho accettato, di avere un ottimo rapporto con il calcio giovanile e mi piace avere questo nucleo. Oggi il calcio è universale e ci sono molti stranieri in tutti i campionati. Io continuo a pensare che la gente di casa, Roma in questo caso, o la gente d’Italia, se non sono formati non hanno questa specificità di adattarsi e creare questa situazione dove gli altri che arrivano sentono che la squadra è una famiglia. Sentono l’è pagina con i tifosi, magari questa squadra vince, pareggia, perde, gioca bene o male, ma con i tifosi sempre insieme mi fa piacere. Oggi Bove fantastico, ma ha fatto un errore importante che poteva cambiare la partita. Se Rui non parava il rigore magari cambiava l’inerzia e con questa Udinese è molto difficile. Sono arrabbiato con lui? No. È la natura della crescita. Ha grande personalità Edoardo e sono molto contento di un ragazzo italiano, romanista che è cresciuto qui e ha fatto molto bene”.
Ci racconta l’abbraccio con Pellegrini dopo il gol? Quanto gli serviva?
“Serviva vincere e giocare con fiducia. Senza pressioni per il rigore sbagliato, perché qualche performance negli ultimi tempi non era stata fantastica. Non abbiamo neanche bisogno di dire i motivi, sempre cose interne. Lui ha la nostra fiducia, oggi la decisione di non fargli tirare il rigore è perché pensavo che non aveva bisogno di questa pressione extra. Infatti gli ho detto che se ci fosse un rigore sul 2-0 era tuo, ma decisivo non era tuo. Ha fatto un’ottima partita e un’ottima gol. Se qualcuno ha commentato negativamente sui social dopo il Feyenoord, è la realtà di oggi, non è un problema. Ma oggi, faccia a faccia con i tifosi, fare la partita che ha fatto e capire che nel bene e nel male siamo tutti insieme ed è una qualità di questo club”.
Il punto di forza della Roma è la fase difensiva. E’ una grane forza che hai dato a questa squadra…
“Io dico sempre che la qualità degli allenatori normali come me, dove non posso scegliere tutti i giocatori che voglio e abbiamo le limitazioni, quello che devo fare è sviluppare i punti di forza e cercare di nascondere al massimo le nostre debolezze. Noi non siamo una squadra con tanti giocatori veloci davanti. Quando Celik o El Shaarawy o Wijnaldum hanno abbassato l’intensità, la squadra si è abbassata e ha sofferto. Ma sappiamo soffrire, il risultato è importante ma ora dobbiamo dimenticare il campionato e vedere se è possibile giovedì, io penso di si”.
Dybala c’è giovedì?
“Forse. Sono più positivo che negativo, ma vi rispondo forse.”
Si aspettava questa reazione dalla Roma?
"Mi aspettavo questa reazione. Bove era fresco, Pellegrini aveva giocato 45 minuti, Wijnaldum anche. I due quinti anche erano freschi. Era una squadra con tanta gente che non aveva i novanta minuti di Rotterdam. Mi aspettavo energie e intensità, ma anche organizzazione. Ho visto tutto questo. Dopo il 3-0 non riflette le difficoltà della partita perché se prendiamo gol su rigore diventa un'altra partita. Sono comunque molto contento dei ragazzi"
Come sta Paulo Dybala?
"Oggi la sua situazione è un dubbio. Anche Tammy lo è, ma Paulo è un dubbio più grande. Penso che la squadra arriverà a giovedì in un'ottima condizione"
Si aspettava di avere cinque punti di vantaggio sulla quinta?
"Io gioco partita dopo partita. Ci sono squadre che possono fare pronostici, che possono guardare al futuro con più sicurezza e con rose e opzioni. Per noi invece è sempre un punto interrogativo. Io non guardo tanto la classifica, non sono capace di pensare oltre che alla Roma. Giovedì è la prossima, vediamo".
Qual è il segreto di una Roma che cambia spesso ma fa giocare male gli avversari?
"Abbiamo fatto anche risultati brutti, abbiamo perso male a Cremona o con il Sassuolo. Non siamo perfetti. Non riusciamo a fare tre vittoria di fila. Non abbiamo uniformità nei risultati. Ma lavoriamo tanto e quando non possiamo farlo in campo, lo facciamo in riunione cercando di analizzare risultati e giocatori, per capire l'avversario".
E' solo un caso che la Roma sia stata l'unica a vincere dopo l'Europa?
"Penso che non sia un caso. Altre volte siamo stati noi a non vincere. E' difficile, non è solo stanchezza fisica, ma anche mentale. Posso guardare a squadre con più soluzioni di noi come Inter, Milan, Juve e Napoli, ma la tensione arriva. Dico che per esperienza che quando giochi le competizioni europee contro una squadra del proprio campionato è più difficile. E' diverso perdere contro una squadra del proprio paese, è più duro. Tutti noi siam ai quarti di finali e tutti abbiamo il sogno di arrivare in finale. Dopo sono tante energie da spendere e la gente non riesce a concentrarsi per due-tre partite di fila. Io preferisco comunque giocare in Europa e faticare. Ormai quando sei ai quarti capisci che qualcosa può succedere".