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Roma, Mourinho: 'La mia esperienza non aiuta, il nostro obiettivo l'abbiamo già centrato. Mkhitaryan è pronto'
Un lungo viaggio iniziato in agosto, poi 9 mesi di percorso con 55 partite, qual è la consapevolezza?
"Siamo arrivati alla fine di questa stagione. Con due finali da giocare in 4 giorni: la prima ci dava quello che noi meritavamo e quello che avevamo come obiettivo cioè l'Europa League. Siamo riusciti a vincere quella finale. Non si scriveva la storia ma finire il lavoro dell'anno per raggiungere un obiettivo. Per la Roma finire in zona Europa League è normale. Questa finale è storia. Abbiamo scritto la nostra per arrivare qui, ma in finale dobbiamo fare il tutto possibile per vincere e fare la storia".
E' riuscito a contenere l'euforia della squadra?
Come sta Mkhitaryan? "Lo abbiamo fatto prima di Torino. Era una gara difficile. Era una finale che ci dava l'attenzione giusta per giocarci questa in cui c'è la coppa in palio. Non avevamo bisogno della tensione extra. Abbiamo raggiunto l'obiettivo dell'Europa League ed era il miglior modo per pensare solo al Feyenoord. Con il mio staff siamo stati a Trigoria da venerdì senza mai uscire. I giocatori non potevo chiedere questo, ma penso che loro stanno bene. Vedo la squadra attenta e felice. Stiamo bene. Mkhitaryan si è allenato oggi per la prima volta in gruppo, una piccola sessione senza significato a livello di finale perché era aperta alla stampa. Molto basica. Per lui è importante, mi fido della sua esperienza. Mi fido di lui, conosce il suo corpo e sa interpretare bene i sintomi. Alla fine del lavoro mi ha detto che è a disposizione".
C'è grande attenzione verso la Roma e verso la sua persona, la sua esperienza può fare la differenza?
"No, non penso. La gente vaga un po' nell'analisi. L'unico motivo per cui c'è questa sensazione di tifo per la Roma è perché abbiamo un albanese in squadra, è normale. Se vince la Roma, un albanese alza la coppa e questo ha un significato. Ho giocato una supercoppa UEFA tra United e Real in Macedonia. C'era un paese in festa, a Tirana è lo stesso. E' un momento importante, che meritano come paese. Lo stadio è molto bello, peccato per la capacità ridotta ma sono contento di giocare qua. Di solito le finali sono le ultime partite della stagione, qualche volta si gioca prima. Quando arrivi a questo punto il lavoro è fatto. Per noi non c'era niente da fare in questi due giorni. La leadership non può produrre effetto per tre giorni, fa parte di un processo. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori possiamo aiutarli a leggere la partita, ma il lavoro è fatto e domani è l'ultima. Per fortuna è una finale, si può solo essere felici di giocare questa gara".
E' molto serio perché è preoccupato per la finale?
"E' una finale, fino a domani non c'è nient'altro nella mia mente. E' il mio modo di essere e di fare. L'esperienza non aiuta, io pensavo che potesse invece no. Il mio modo di essere è uguale a quando ho giocato la prima finale. Sono concentrato o magari è un mio modo di preparare la gara".
Lei che ha giocato diverse finali, è scaramantico?
"No, non lo devo essere. Odio le scaramanzie".
Sui maxischermi
"Il sostegno dei tifosi può solo fare bene. Se la Roma ha perso una finale con la gente all'Olimpico davanti agli schermi non è colpa loro. Mi hanno chiesto con che maglia giochiamo e ho detto che non lo voglio sapere, per me è uguale".
Come sta la sua caviglia dopo lo sconto con Kumbulla?
Se vince domani è il primo allenamento è il primo ad aver vinto tutte le coppe europee "Se vinco. Non sono scaramantico, è la verità. Non mi piace parlare di ipotesi, vediamo. Marash mi ha fatto male e io ci scherzavo perché lui sarebbe dovuto essere l'ultimo a farmi questo perché è il più pesante. Ho pensato di dover andare alla partita con le infradito perché il piede non entrava nella scarpa. Kumbulla è un bravo giocatore, ha imparato tanto e il prossimo anno sarà con noi perché ha buone potenzialità".
Le piace il calcio olandese? Perché non vinciamo mai?
"Ma non è vero. Ajax, Psv e Feyenoord hanno vinto. Avete una bella storia. Non so se siete naif".
Qual è la sua prima impressione dell'Albania? Cosa può fare lo Special One per vincere un match speciale?
"Quando sei più maturo vedi molto più le persone. Per me è diventata una vecchia storia, domani posso provare ad aiutare, non credo nella magia. Quando arrivi in finale dopo così tanto lavoro hai dato tutto. E' la squadra che gioca domani. Non è il momento per i singoli. Dobbiamo solo essere noi e giocare con la nostra qualità senza limiti. E' la prima volta in Albania, uno dei pochi posti dove ancora non ero stato. E' un bel paese, sono felice di essere qui. Abbiamo fatto molti controlli, l'hotel è bello come lo stadio e il campo. Possiamo criticare la capacità dello stadio, ma dobbiamo portare il calcio ovunque. Sono felice di essere qui e giocare la finale albanese".
Su Zalewski, è sorpreso del suo lavoro?
Qual è la sua qualità migliore e la sua posizione? "Nella prima parte di stagione non ha fatto male. Un anno fa giocava nella Primavera e ora gioca nella prima squadra. Questi sei mesi sono stati importanti per la sua carriera. Onestamente può fare tutto in campo. Quando hai 20 anni e puoi giocare non conta dove, ma devi solo giocare. Ha una buona mentalità e un buon futuro".