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    Roma, Monchi: 'Mercato impazzito per colpa di Neymar. Richieste dei club sono folli!'

    Roma, Monchi: 'Mercato impazzito per colpa di Neymar. Richieste dei club sono folli!'

    Monchi, direttore sportivo della Roma, parla al Periodico e L'Esportiu, media spagnoli, prima della sfida contro il Barcellona, valida per i quarti d'andata di Champions League: "Ovviamente è più facile per le big. Quando si arriva ai quarti, non ci sono avversari facili. E, attenzione, questo vale anche per il Barcellona. Però non possiamo chiudere gli occhi davanti all’evidenza, ci sono squadre più favorite di altre: Barcellona, Real Madrid, Manchester City e Bayern Monaco per citarne 4”.

    Perché vede il Barcellona così favorito?
    "Per gli stessi motivi che vedono tutti, no? Per il calcio che fanno, per la loro storia, per le vittorie, la tradizione, l’esperienza, l’obiettivo e la necessità che hanno, perché sono stati costruiti per vincere la Champions ogni anno".

    A questa domanda molti, tra cui Guardiola, rispondono sempre: “Perché hanno Messi, che è il migliore”.
    "Magari il Barcellona fosse soltanto Messi! Magari tutte le nostre preoccupazioni arrivassero soltanto da lui! Guarda, Messi è certamente il migliore. Come ha fatto l’altro giorno a Siviglia, è in grado di risolvere una gara in appena 60 secondi, ma per me è soltanto una parte molto importante dei successi del Barcellona. Il Barcellona è sempre stato un club immenso, che gioca un calcio fantastico con giocatori che, con o senza Messi, formano un blocco impressionante".

    È evidente che lei abbia analizzato il gioco del Barcellona per anni. Oltre a Messi, chi le piace?
    "Oltre a Messi, che è meraviglioso, adoro il nuovo equilibrio che fa vedere il Barcellona sul campo. È migliorato tantissimo nella transizione difesa-attacco. Mi piace, e molto, come si sono adattati al nuovo sistema, un tradizionale 4-4-2. E a livello individuale mi piacciono tutti, o quasi tutti. Mi piacciono i due centrali, mi piace la capacità di recupero di Umtiti, l’uscita del pallone di Piqué, l’abilità di Rakitic, l’equilibrio che dà Busquets e la sua saggezza, il lavoro di Suarez e i suoi gol. Non c’è bisogno che parli ancora di Messi, vero?".

    Crede che Ernesto Valverde abbia portato al Barcellona qualità che prima non aveva?
    "Non ha dato nulla che non aveva, ma ha dato qualcosa di diverso. Né migliore, né peggiore, ma diverso. E i risultati dimostrano che questo qualcosa funziona. E molto bene".

    È evidente che lei, il tecnico e i calciatori della Roma credete di poter eliminare il Barcellona.
    "Tutti gli sportivi pensano di poter superare qualsiasi sfida, si preparano per questo. E molto. Non ci sono squadre invincibili e questo lo sanno tutti, anche il Barcellona, anche se in questa stagione hanno perso soltanto 3 partite delle 48 che hanno giocato. Ma io, quando gioco questa partita nei miei sogni, vedo spazi, difetti, opportunità di gol. Vedo tutto questo guidato dalla speranza ma, ovviamente, quando mi sveglio, so che non sarà facile".

    Che Barcellona si aspetta mercoledì? Crede che andrà subito all’attacco per chiudere il discorso qualificazione nella prima gara al Camp Nou?
    "No, non credo. Penso che all’inizio saranno cauti. Non vorranno farci segnare un gol o due, perché sarebbe dura. Vedo ovviamente un Barcellona dominante e una Roma che proverà a mettere pressione ai blaugrana, provando a verticalizzare quando recupereremo il pallone”".

    Crede che Di Francesco abbia preparato una marcatura speciale su Messi?
    "Non ne ho davvero idea. Parlerò con il mister durante il viaggio di domani (oggi, ndr). Non credo che faremo qualcosa di speciale su Messi, però ripeto: non so ancora nulla".

    Vedremo qualcosa della Roma del futuro, della sua Roma, al Camp Nou?
    "Vedremo una squadra che ha molta voglia di essere protagonista, di competere, di piacere, di lottare, di non mollare, di fare il suo calcio, ma queste non sono caratteristiche della Roma di Monchi, ma della Roma di sempre. La Roma che vogliamo per il futuro non sarà facile da costruire e mantenere. È un club, una squadra, un’idea che ci permette di stare sempre vicino al successo in alcune occasioni e/o competizioni, di andare all’assalto. Al momento questo mi rende orgoglioso, ho il supporto della società e la fiducia dello staff tecnico e dei giocatori per poterlo fare o, almeno, provare a farlo".

    Non ha la sensazione che il calcio sia diventato pazzo?
    "Beh, io direi più che lo è diventato il mercato, non il calcio".

    Sì, è vero, mi perdoni, che il mercato sia impazzito.
    "Sì, sì, dopo Neymar il mercato è impazzito e non ha più senso".

    Si riferisce a quando l’ha comprato il Barcellona o quando l’ha acquistato il PSG?
    "Mi riferisco ai 222 milioni pagati dal PSG al Barcellona. A partire da quel giorno, il mercato è impazzito e si chiedono vere e proprie fortune per calciatori minori".

    È chiaro che questo sia un problema serio per chi, come lei, sta provando a ricostruire la rosa della Roma per portarla più in alto.
    "Beh, sì, chiaramente questo ci colpisce, ma la follia colpisce anche i club milionari, anche se in misura minore. Ma credo che tutto questo prima poi passerà e tutto tornerà alla normalità. O almeno mi piace pensarla così, spero di non sbagliarmi".

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