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    Roma, Martino: 'Zeman, intervista inopportuna'

    Roma, Martino: 'Zeman, intervista inopportuna'

    Il direttore Giorgio Martino, commenta per la web radio di ASRomaRadio.it tutte le partite della Roma. Giorgio Martino è un giornalista Laureato in scienze politiche, professionista dal 1970, ha lavorato in RAI fino al 2000; nel 2008 è stato direttore dell’emittente satellitare Roma Channel, attualmente è opinionista al Processo di Biscardi, in onda sul circuito televisivo nazionale Italia 7 Gold.
    Una Roma deludente contro il Pescara. Un primo tempo regalato, così come contro l’Inter. Le cose potevano andare anche peggio domenica…
    “E’ un fatto ricorrente e di conseguenza estremamente preoccupante. Non si tratta nemmeno di dire di aver sottovalutato l’avversario, ma si sottovaluta l’impegno. E’ successo con il Palermo, e lì poteva essere sottovalutare l’avversario che era ultimo in classifica; è successo con il Pescara, ma anche nel derby, e lì allora non si tratta più di sottovalutare l’avversario proprio perchè è un derby. Inoltre mettiamoci anche che la stessa cosa è successa contro l’Inter, e non si può sottovalutare una partita che vale l’accesso alla finale di Coppa Italia. Non si trovano giustificazioni sotto questo aspetto. Credo che ci sia stata una sopravvalutazione della squadra o dal punto di vista caratteriale o dal punto di vista tecnico”

    Le dico queste tre partite: 1986 Roma-Lecce; 2002 Venezia-Roma; 2013 Roma-Pescara: non è che il Ponentino “rimbecillisce” i giocatori e l’ambiente romano?
    “Il ricorso storico può esserci, ma si ferma proprio a questo fatto, cioè alla riscoperta di precedenti e di dati statistici che in una società che possono esistere. Se noi andassimo a scavare nei 100 e passa anni dell’Inter, troveremmo situazioni analoghe. Non sarei preoccupato per il ricorso storico, ma per la realtà. E’ preoccupante perchè bisogna costruire una base di partenza per l’immediato futuro, non solo la finale di Coppa Italia ma della prossima stagione. Il fatto che i giocatori non sono determinati, concentrati, di andare in campo saccenti e svogliati, deve essere la vera preoccupazioni. Probabilmente fra 20 anni i tifosi del Barcellona ricorderanno il 4-0 subito dal Bayern del 2013. L’errore fa parte di tutte le squadre, ma io sarei preoccupato più per l’oggi che per il ieri”
    Sabatini ha detto che la squadra è affetta da una “malattia endemica”. Qual è questa malattia?
    “Si sono sopravvalutati problemi sia di natura tecnica che di natura caratteriali. Nelle ultime due stagioni ci sono stati molti acquisti e quasi tutti orientati su calciatori giovani, quindi non formati e non plasmati, privi o carenti di personalità. Questa è una squadra immatura, è questa la malattia endemica della squadra”
    Cosa ne pensa di Piris e Stekelenburg?
    “Sono due casi diversi: nel caso dell’olandese c’è stata un’involuzione perchè quando venne a Roma era vice campione del mondo, offriva una garanzia in un ruolo che è sempre stato delicato per la Roma. Una garanzia che è venuta a mancare. Piris fa parte della schiera dei giovani, e qui torna il discorso dell’immaturità, che sono stati proiettati in un ambiente socialmente diverso dove devono giocare e anche sotto il punto di vista calcistico. Diciamo anche che il fatto di giocare con Zeman terzino, poi con Andreazzoli centrale o esterno alto, non l’ha aiutato ad ambientarsi nel calcio italiano. La sua immaturità è giustificata in parte dalla sua giovane età e poi da qualche confusione tattica”
    Un suo pensiero sull’intervista di Zeman?
    “Ritengo che l’intervista sia stata inopportuna proprio perchè Zeman è un tesserato della Roma e, in quanto tale, si doveva chiedere l’autorizzazione alla società. Quello che ha detto può essere condivisibile, ma trovo inopportuno che abbia parlato non essendo un’intervista autorizzata. Non si può accusare gli altri di non rispettare le regole se poi Zeman è il primo a non farlo. Nel contenuto si può anche essere d’accordo. Mi sembrano inopportune le uscite di Pjanic che parlava di uno strano ambiente quando c’era Zeman e che ora invece sono state messe le cose a posto, mi fa capire l’esatto contrario. Non condivido in questo caso il contenuto. Posso anche capire che un giocatore dica ‘con quell’allenatore non mi sentivo a mio agio perchè tecnicamente non sono entrato nella sua filosofia’. Ci sta di meno dopo quello che abbiamo visto col Palermo e Pescara, vengano a dire che le cose sono state messe a posto. La trovo una grossa incongruenza”


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