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    Romamania: ecco la prima lezione per De Rossi. E Mourinho aveva ragione: la rosa della Roma non può reggere due fronti

    Romamania: ecco la prima lezione per De Rossi. E Mourinho aveva ragione: la rosa della Roma non può reggere due fronti

    • Alessandro Austini
    Prima o poi doveva succedere. E, purtroppo per la Roma, quel momento è arrivato proprio in una serata decisiva per l’esito della stagione. Dopo aver impressionato per scelte tattiche, lucidità e gestione psicologica dei calciatori, Daniele De Rossi si inchina a Xabi Alonso. Stavolta il rivale spagnolo è stato più bravo di lui a leggere la partita, preparare mentalmente i suoi giocatori a una sfida che si portava dietro, per il Bayer, le scorie della semifinale dello scorso anno. Presentandosi all’Olimpico senza centravanti, i campioni di Germania hanno tolto riferimenti al marcatore Smalling e al resto dei difensori, e sono riusciti con una facilità estrema a creare occasioni da gol. Poteva finire anche peggio, ma il risultato dell’andata basta per assumere le sembianze di una condanna definitiva.

    Resterà per sempre il dubbio di come sarebbe andata se Karsdorp non avesse commesso l’ennesimo errore di sufficienza della sua carriera, proprio nel momento in cui la Roma stava dando la sensazione di aver preso in mano la partita. Ma, a mente fredda, non si può non ammettere che ci sia stata poca storia: come era accaduto con il Bologna, il risultato ha premiato la squadra nettamente migliore.

    A De Rossi si può imputare la scelta di confermare Karsdorp tra i titolari, nonostante lui per primo conoscesse i suoi limiti tecnici e di concentrazione che in una gara in cui non si poteva sbagliare nulla si sono rivelati fatali. È vero, Celik e Kristensen erano indisponibili, ma difficilmente Llorente adattato a destra avrebbe fatto peggio di Karsdorp. Col senno di poi il cambio Azmoun-Lukaku è sembrato tardivo, visto che il belga è stato l'ombra di se stesso. Ma la sensazione è che tutta la Roma non fosse pronta né fisicamente né mentalmente a contrastare un avversario quest’anno imbattibile, pieno di fiducia, autostima, convinzione. Dopo il gol subìto, è diventato impossibile scalare quella montagna.

    Fa bene il tecnico a dire che non sia ancora finita e ad affidarsi alla magia del calcio. Ma ora diventa obbligatorio accettare la realtà, resettare tutto e concentrarsi al 100% sul campionato. Terminare la stagione senza finale di Europa League né qualificazione in Champions sarebbe un grande peccato e vanificherebbe quattro mesi di lavoro fantastici. Meglio impiegare tutte le residue energie rimaste (poche) sulle gare con Juventus e Atalanta per provare a difendere il quinto posto, fondamentale per il presente e soprattutto per il futuro. 

    Su molte cose Mourinho aveva torto, almeno su una ragione: con questa rosa la Roma non è in grado di reggere su due fronti fino al termine della stagione. La squadra va ricostruita e rafforzata, farlo di nuovo senza i soldi della Champions sarebbe ancora più difficile.

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