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Roma, le pagelle di CM: Veretout alza il bavero. Mkhitaryan è ovunque
Pau Lopez ng: Spiazzato da Cristante centrale, spiazzato su rigore di Kucka. Per il resto passa un primo tempo senza sporcarsi i guanti anche perché il Parma sembra davvero poca cosa. Nella ripresa deve solo urlare per tenere lontano Karamoh prima di tremare due volte: per il mani di Mancini e per il gol in netto fuorigioco di Gervinho. Altre mille di sere così.
Ibanez 6: L’atto terzo di una parodia fanta-horror postuma di Petrachi diventa decisamente meno spaventosa. Il brasiliano, che a Bergamo conoscevano appena, è diventato il titolare della nuova difesa di Fonseca. L’apatia dell’attacco parmense ne facilita un lento processo di crescita. Di testa si divora il 2-1 a fine primo tempo ma dietro sbaglia poco o nulla.
Cristante 5: Da trequartista a difensore centrale in due anni, una trasformazione così fa invidia pure a tanti segretari di partito. Proprio come contro il Parma prima del lockdown. Quella sera andò discretamente bene, stavolta la qualità di impostazione non basta. Dopo 6 minuti si perde Cornelius e provoca il rigore con squalifica. Potrebbe affondare, invece tiene botta pur esagerando nei lanci lunghi. In difficoltà di nuovo nel finale.
Mancini 6: Farsi vedere poco in questa Roma diventa quasi un pregio. Quando lo fa rischia di provocare un rigore col braccio largo. Prima di questo una buona chiusura su Gervinho era quanto di meglio fa vedere nel primo tempo. In fase di impostazione delega a Cristante, sui calci piazzati in avanti non si fa vedere più da tempo. Nella ripresa ha voglia di prendersi maggiori responsabilità.
Bruno Peres 6,5: Rivederlo ancora in campo dà lo stesso effetto che vedere un nuovo libro di Corona in commercio. Annotarlo tra i migliori è ancora più sorprendente. Parte con due legnate, prosegue con un tiro in porta pasticciato da Sepe e poi colleziona una serie di cross più mosci di una giornata in fase 1 con la pioggia e qualche conclusione che sfiora il tabellone in curva Nord. Poi tira fuori l’assist per Mkhitaryan e continua a martellare su Pezzella. (67’ Kolarov 5,5: ha perso il feudo della fascia sinistra. Entra e non incide, anzi…)
Diawara 6: Riacquista sicurezza anche se nei primi minuti resta all’ombra dei riflettori e fa il compitino per non cadere nei soliti errori. In fase di marcatura nei primi minuti è troppo moscio nella marcatura preventiva su Cornelius mettendo così pure Cristante nei guai. Migliora col passare dei minuti tenendo il Parma basso e rispolverando quelle doti intraviste a gennaio. (36’st Villar 5,5: nessuno lo marca, ma si divora il gol che chiuderebbe la partita)
Veretout 7: Ci sono poche certezze in questa Roma: una è l’apporto di Veretot. Errori a parte è stato fin qui uno dei pochi a salvarsi almeno da un punto di vista del sacrificio. Il francese corre e copre porzioni di campo che altri nemmeno prendono in considerazione e riesce a pulire palloni difficilmente gestibili. In pressing continui e con la ferocia giusta quando trova spazio e spacca la rete alle spalle di Sepe.
Spinazzola 6: Sgasa sulla fascia e col modulo che preferisce. Ne nasce qualche pericolo ma in area parmense spesso non c’è anima viva dei compagni. Il confronto con Darmian nella prima parte di gara finisce in parità e a farsi notare è più Bruno Peres sull’altra fascia. Nulla di trascendentale insomma anche se nella ripresa tiene fiato nei polmoni per il finale.
Pellegrini 6: Parte con uno schema su punizione che avevano intuito pure i raccattapalle poi coglie in pieno il palo dalla distanza e cerca in un più di un’occasione l’affondo per rimettere la partita sulle note giuste. Guizzante anche nella difesa quando apre a Veretout il campo per il missile spacca Parma. Anche se da lui ci si aspetta che possa prendere per mano la Roma e trascinarla con maggiore veemenza verso quelle ambizioni che questa città meriterebbe. (36’st Perez ng: pure lui spreca il colpo del knockout, su assist però)
Mkhitaryan 7: Cerca Dzeko, ma trova il telefono isolato. Prova da solo, ma trova le linee difensive del Parma intasate. L’armeno si sbatte e ci prova, poi deve ringraziare l’amico che non ti aspetti (Peres) per l’ottavo gol di un campionato che almeno per lui può dirsi sopra la sufficienza. Viaggia a un altro ritmo, anche mentale. Perfetto anche in fase di ripiego. Giallo pesante nel finale. (45’st Zaniolo ng)
Dzeko 5: E’ a caccia di un altro record, ma dopo la doppietta con la Samp più che i record conterebbe ricominciare a tirare in porta. Bruno Alves lo oscura in una lunga eclissi anticipandolo in ogni occasione. Il bosniaco non attacca mai sul primo palo anche quando ci sarebbe l’occasione per farlo. Sembra stanco, ma forse è solo demotivato. Comprensibile ma solo per uno che non deve fare il capitano.
Fonseca 6: Appena letta la formazioni in molti si saranno vestiti di corsa per uscire e non perdersi una bella serata d’estate. Fa fuori Kluivert per motivi tecnici, riabilita Bruno Peres, ricicla Cristante da centrale per non tornare al modulo col quale ha disputato il 90% delle partite. Ormai la Roma sembra una classe indisciplinata dove entrano ed escono dalla classe alunni che ridacchiano sotto i baffi. Nonostante questo la squadra giallorosso offre la prestazione più convincente nel post lockdown. Dopo lo svantaggio iniziale ha la forza di rialzarsi e piantare le tende nel territorio parmense legittimando la vittoria in maniera netta nonostante il dubbio rigore di Mancini e il crollo fisico nel finale. Panchina salva, futuro no.