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Roma, le pagelle di CM: Mancini e Cristante d'acciaio. Dybala-Lukaku solo sospiri
Rui Patricio 7: Tira fuori il miracolo alla mezz’ora su Romagnoli che riscatta ampiamente l’inizio di stagione così così. Nel primo tempo si aggiungano anche un paio di uscite prima di baciare il palo colpito da Luis Alberto. Nella ripresa la Lazio si nasconde fino al 73’ quando prova da fuori con Vecino. Ma Rui è ancora attento.
Mancini 7: Morde alto, a volte troppo. Alto intendiamo. Becca il giallo dopo 17’, al primo fallo su Immobile. Che lo destabilizza per qualche minuto. Poi si riprende ma sempre con un occhio a non strafare. Ottima copertura sul numero 9 laziale a metà ripresa. Non era facile amministrare una partita nata così.
Llorente 6,5: Palla al piede va pure bene, ma in fase di marcatura perde troppi uomini e resta schiacciato. Vedi Romagnoli sulla paratona di Patricio. Ripetiamo, non è Smalling. Ci mette quello che può soprattutto nella ripresa quando deve mettere spesso l’ultima toppa.
Ndicka 6: Come i suoi compagni parte bene, poi si abbassa e si fa prendere sulla fuga rimediando pure lui un giallo pesante. Troppa flemma anche in impostazione e quando sale il pressing laziale va in bambola totale. Leggermente meglio nel secondo tempo, fino al 75’ quando mette in difficoltà l’intero reparto per un gira palla inutile. Strappa in extremis la sufficienza con una grande copertura su Isakssen al 90’.
Karsdorp 6,5: Tre opportunità nei primi 15 minuti non gli erano capitate nemmeno alle giovanili. Una la tira in Sud, l’altra la spara su Provedel, la terza finisce fuori di poco. Ha l’argento vivo anche in fase di pressione ma pure lui paga il giallo di Mancini e deve aiutare il compagno dietro per non rischiare un Ibanez bis. (86’ Celik sv)
Paredes 6: Lotta continua con Guendonzi, ma pure testa a testa con un Pedro di rancore. Insomma la garra non manca e nemmeno il lavoro di schermo, pecca però in velocità di esecuzione anche perché pochi compagni gli dettano la profondità. Apre la ripresa con un passaggio senza senso che mette in difficoltà Llorente.
Cristante 6,5: Livello alto di aggressione e un gol giustamente annullato. E’ il giocatore con maggiore qualità di rendimento spalmata su un match durissimo. Canta e porta la croce pure per gli altri, capisce prima di molti dove va a finire il pallone e ha anche buone idee in profondità. Non troppe.
Bove 6,5: Si è preso il derby con i denti aguzzi del pitbull. In campo è un pastore tedesco: intelligente, cattivo quando serve. Finisce il primo tempo con la lingua di fuori e qualche sbavatura. Nella ripresa stesso copione ma con maggiore continuità e quel attimo di troppo in area in due occasioni che pesano un bel po’. Ha l’alibi di una stanchezza giustificata. (81’ Sanches 5,5: entra con una grazia indecente)
Spinazzola 6: Nel primo tempo quelle poche volte che punta il fondo tira fuori qualcosa di buono come il cross per il tiro di Karsdorp, ma si frena spesso davanti a Lazzari vanificando il movimento in area di Lukaku. Mou glielo deve aver detto, e infatti nella ripresa scende di più ed è anche attento in fase di copertura. (91’ Kristensen sv)
Dybala 5,5: Parte rubando palloni e provando a cercare l’angolo di tiro o assist. Si ritrova però mezza Lazio addosso e fatica a trovare la scintilla ritardando spesso la giocata. La luce nel primo tempo si affievolisce col passare dei minuti. E nella ripresa va intermittenza concedendo comunque a Bove una palla mica male. (82’ Azmoun sv: ha movimenti da giocatore vero)
Lukaku 5,5: Sulla testa la prima palla della serata, finisce alta. Poi deve districarsi tra ululati razzisti e la stretta di Romagnoli. Palle pulite nel primo tempo sono più rare di un intervento di Friedkin davanti ai microfoni. Nella ripresa se la prende lui e arriva al limite dell’area spaventando la Nord prima di provare due sponde niente male.
Mourinho 6: Aspetta una reazione dopo la dormita di Praga. Nei primi 15 minuti la Roma parte forte e anche bene da un punto di vista della trama. Poi si schiaccia improvvisamente lasciando alla Lazio gioco e occasioni. Nella ripresa è un’altra Roma, più padrona di sé stessa. Ma anche in questo caso è solo un effetto ottico. Cambi non convincenti.