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Roma, le pagelle di CM: El Shaarawy ispirato, Mancini e Ibanez ingresso horror
Llorente 6,5: puntuale a più riprese su Jovic. La sconfitta non ce l’ha lui sulla coscienza
Smalling 7: domina i cieli grazie alla stazza e alle letture sempre perfette. Comanda la difesa con personalità lasciando le briciole agli attaccanti. Mourinho lo preserva. Dal 46’ Mancini 4,5: ingresso tremendo, non dà sicurezza e si perde clamorosamente Jovic sul pareggio viola. Non perfetto anche sulla rete che arriva pochi minuti dopo
Tahirovic 5,5: gara timida, non fa valere la sua fisicità in mediana e quando si abbassa sulla linea arretrata
Missori 6: partita onesta sulla corsia, è l’ennesimo ragazzo interessante lanciato da Mou.
Wijnaldum 6: mette in difficoltà la difesa viola con le sue imbucate. Spreca in maniera grossolana una ripartenza molto pericolosa. Da lui è lecito aspettarsi di più. Dal 59’ Cristante 5,5: Mourinho lo inserisce per schiudere il bandone, ma fa fatica
Bove 6: presidia con la consueta grinta la mediana. Qualche errore in appoggio, ma la prova resta sufficiente
Zalewski 6: Ikoné gli crea qualche problema soprattutto nelle prime fasi, poi è bravo a prendergli le misure. Manca un po’ in fase offensiva. Dall’80’ Abraham SV
Solbakken 6,5: tocca una miseria di palloni, uno di questi vale l’assist per El Shaarawy. Dal 71’ Ibanez 5: liscia clamorosamente il pallone che Ikoné spinge in rete. Errore che difficilmente si vede a questi livelli.
El Shaarawy 7: si fa trovare al posto giusto al momento giusto segnando l’ennesimo gol pesante. Dai suoi piedi passano tutte le azioni più pericolose della Roma e Cerofolini gli nega la gioia della rete multipla. Resta negli spogliatoi all’intervallo: c’è una finale da giocare. Dal 46’ Celik 5,5: la Fiorentina inizia a spingere da quella parte dal suo ingresso. Non benissimo
Belotti 6: mette lo zampino nell’azione del vantaggio. Lotta in mezzo ai centrali viola, ma fatica parecchio.
All. Mourinho 6: gara difficilmente valutabile, perché come dichiarato contava poco per lui e poco per la squadra. Opta per un turnover ampio anche se non così clamoroso. La squadra va anche in vantaggio rischiando poco e nulla. Paradossalmente lo tradiscono quelli più freschi. Ora però c’è da portare a casa la coppa.