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Roma, le pagelle di CM: Cristante cresce. El Shaarawy faraonico
Olsen 6: Esco o non esco, canta Calcutta. E spesso sembra la colonna sonora del gigante svedese. Si allunga su un pallone teso di Praet, ma resta in imbarazzo sul cross che per poco Kolarov non infila alle spalle dell’amico Robin. Nella ripresa respinge d’istinto una botta centrale e quell’esco e non esco si ripete sul colpo di testa di Vieira.
Florenzi 5,5: Il Rovazzi romanista non ha grandi difficoltà nel tenere a bada Murru e Caprari, ma resta con la testa sotto al cuscino quando Defrel trova l’inutile gol dell’ex. Giallo un po’ ingenuo, se lo poteva risparmiare. Rischia pure in qualche strano arpeggio d’impostazione.
Manolas 6,5: A chiusura cassa risulta sempre in attivo. Fa odorare l’erba dell’Olimpico a Defrel che rimane stordito, poi impaurisce pure il Var che gli annulla un rigore dubbio. Il greco allarga un po’ il ginocchio ma Ramirez dà l’impressione di andarselo a cercare. Come lauta mancia stava per arrivare un clamoroso gol su mezza rovesciata, pure lui poteva fare meglio sull’infilata di Defrel.
Jesus 7: Ruba il gol a Cristante, ma questi sono furti alla Robin Hood e portano il pane a una Roma che stava faticando. Si tratta poi della prima rete del brasiliano con la maglia della Roma. Qualche minuto prima aveva strappato gli applausi della foresta di Sherwood per un altro scippo di gran classe ai danni di Linetty.
Kolarov 6: Canticchia il motivetto, ma non quello della Champions bensì quello di Allevi. Troppo primaverile nel primo tempo in un giorno caldo sì, ma decisamente invernale vista le distanze in classifica dalle prime posizioni. Una spensieratezza eccessiva che lo porta ad un clamoroso auto-palo. Negli spogliatoio cambia il Cd, e si vede subito: assist al bacio per Schick e un martellamento continuo.
Cristante 7: In ritardo su Linetty dopo pochi secondi. Sembra l’immagine di un’altra gara in grande affanno. Bryan invece si toglie subito la sabbia di dosso con un paio di incursioni centrali e il colpo di testa che Jesus allunga in rete. Meno di un’ora prima la sua Atalanta aveva asfaltato l’Inter, non voleva essere da meno.
Nzonzi 6,5: Gioca sempre, dal 23 settembre non rifiata mai. Eppure sembra essere fresco, magari non energico ma fresco. Quando sembra che la palla scorra via, ecco il tentacolo del francese pronto a farla scivolare dove vuole. Fa il suo, lo fa bene e lo fa senza faticare troppo.
Kluivert 7: Dai tuoni da Thor di Mosca ai lampi da Flash dell’Olimpico. Al 34’ lascia mezza Samp a bocca aperta prima di cogliere il primo palo da posizione quasi impossibile. Ha numeri innegabili, e sta crescendo pure dal vista tattico. Deve migliorare solo nella continuità di rendimento in partita. (36’st Under ng: qualche bel dialogo con Dzeko, ma la festa è ormai finito)
Lo.Pellegrini 7: Dopo tante sere dei miracoli arriva un pomeriggio più umano. Lorenzo si fa sentire nei primi 20 minuti di affanno, poi quando salgono in cattedra i compagni ne approfitta per riprendere fiato. E’ sempre vigile però, e quando c’è da accendere la luce non risparmia sulle lampadine. Periodo d’oro, merita una maglia azzurra da titolare. (33’st Zaniolo ng: altri minuti preziosi per crescere)
El Shaarawy 8: Da destra a sinistra, come accadde spesso in politica. Non perde la coerenza, né la pazienza, né la fantasia. Ha un chiodo fisso: vuol far rinascere Schick. Ci prova con un cross basso, poi avvia l’azione che porta al gol del ceco. Da un suo tiro stava pure per arrivare il rigore di Colley. Un Faraone popolano. Ci piace. Poi decide di risalire sul trono con due gol: uno da cineteca, il secondo grazie a Audero. Da buon genoano esulta come un matto.
Schick 6,5: La grande chance, forse l’ultima. E’ lui l’osservato speciale, e l’ansia si fa sentire. Inizia la gara girando come una trottola su sé stesso senza una ragione. Nel secondo tempo prova a dargli una mano El Saharawy, ma Patrik aspetta troppo e si fa anticipare come un pollo da Colley. Sembra il Luca Giurato del calcio italiano. Poi però azzecca il congiuntivo giusto e torna a segnare dopo quasi 8 mesi. Rete facile, ma importante per l’animo di un talento che non può perdersi del tutto. Esce tra gli applausi, e col sorriso. Era ora. (23’st Dzeko 6,5: non segna, ma appare ancora di un’altra levatura e regala l’assist per il poker)
Di Francesco 7: Ci voleva una bella boccata d’aria pure in campionato. Anche senza la musichetta da Champions la Roma gioca un calcio semplice ma di grande impatto. La Samp non è mai in partita, ed Eusebio si gusta pure il riscatto (parziale) di Schick e il percorso di crescita di alcuni giovani che pian piano si stanno integrango. La classifica è ancora brutta, ma mancano sempre 26 partite alla fine.