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  • Roma-Lazio: tutto il resto è noia

    Roma-Lazio: tutto il resto è noia

    • Fernando Pernambuco
    Le cronache “marziane” del derby capitolino segnalano strani movimenti. Pare che oggi, intorno all’ora di pranzo nel noto ristorante “ Il Grottino dei Laziali” (in zona Parioli), la Befana truccata da Ferrero in tenuta biancoceleste abbia fatto capolino in un angolo del locale in cui si teneva una riunione di vecchie glorie dell’ “aquila che  vola”. Da Giorgione Chinaglia a Brunone Giordano. Che ci faceva lì il Presidente della Sampodoria? Secondo Memo, cameriere romanista infiltrato nel “covo” laziale, Ferrero voleva carpire dettagli tecnico-psicofisici da girare prontamente allo staff giallorosso. E’ noto a tutti come l’attuale presidente blucerchiato si consideri in una fase di passaggio della sua fulminante carriera calcistica, che come meta finale contemplerebbe, nientemeno, la presidenza della Roma. 

    Tristissimo per avere preso 3 gol all’ Olimpico dalla Lazio domenica scorsa, il presidente Crozza-Ferrero-Befana avrebbe orecchiato una segretissima soffiata sussurata da  Michele Plastino (l’indimenticabile artefice della magnifico urlo televisivo: “E la folla urlante si stringe in un abbraccio ideologico”) all’orecchio un poco antico di Pino Wilson: “Dicono che Felipe forse non gioca”. Mentre Pino sbiancava con un lacerto di trippa e mentuccia a mezza bocca, Ferrero, eccitato, scarnificava l’ultimo brandello di pollo al peperone. La notizia lo faceva talmente ravvivare da ricominciare il fiero pasto, con una Cacio e Pepe doppia. D’Amico s’intristiva sull’ ultimo boccone di coratella. Chinaglia parlava del Jacki’O, Plastino di Cordova: Ciccio, che passò di colpo dalla Roma alla Lazio e nel suo primo derby dall’altra parte non sapeva a chi passare la palla, “poi, grazie a Dio, arrivò a Bruno (in fuorigioco n.d.r.) che segnò”. 

    “Anvedi ‘sti sfollati! A profughi! A zozzi laziali” pensa Ferrero, la puntarella ancora colante, citando un Sordi straromanista del 1957 e abbandonandosi ai rimpianti per i derby di allora, per un film (non documentari!) mai prodotto su quest’eterna tenzone. Eppure ce ne sarebbero di cose da raccontare anche oggi in questa Roma da eterno “Romanzo Criminale”, fra antichi calcioscommesse e nuove mafie, scherzi finiti tragicamente e suoceri d’illustri campioni ammazzati con la faccia “sparata” davanti a una chiesa. Già… Roma digerisce tutto da tempi immemori. Dalla gloria all’infamia e si lascia tutto alle spalle. Ma il derby no, quello riaccende una passione e una vitalità che niente e nessuno possono fermare. Con l’aquila che vola e i lupi fuori dai tempi cupi (ora lo dichiara anche la classifica), tutto il resto è noia, come diceva Califano, anche se lui era interista. 

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