Roma, Lamela e i tre ribelli
Lo sputo ricade in testa a Lamela. Come è giusto che sia. Tre giornate di squalifica, pena esemplare per chi si macchia di un gesto non violento, ma ignobile, maleducato in risposta al 'quattro' di Lichtsteiner. Gesto goliardico come fu otto anni fa quello di Totti. Ironicamente parlando, l'unica cosa da imputare agli juventini (ci fu anche l'episodio di Trezeguet nel novembre del 2005, lo stesso gesto) è la scarsa originalità e una mimica facciale sicuramente meno d'impatto rispetto a quella del capitano giallorosso. Alla Roma manca gente di personalità, perchè la rabbia, la grinta, viene scaricata nella maniera peggiore. In particolare, Lamela è recidivo: è stato protagonista del calcio a Chiellini in Coppa Italia, si è preso il pugno di Osvaldo dopo una lite per un passaggio non effettuato nella partita di Udine, ed è indisponente in allenamento. Insomma, fin qui ha mostrato più fragilità d'animo che numeri in campo, come era lecito aspettarsi. Gli farebbe bene un anno in prestito in serie A, per capire cosa vuol fare da grande.
Dal canto loro, Baldini e Sabatini sono stati sempre trasparenti nell'ammettere davanti a taccuini e telecamere tale mancanza di spirito. Da arginare, con una grande campagna acquisti. I giocatori non hanno gradito, come non hanno approvato il profilo basso della società nei confronti degli arbitri. Prima Taddei, ieri Osvaldo si sono lamentati delle varie direzioni di gara, e lo stesso italo-argentino insieme a De Rossi e Heinze sono andati a chiedere spiegazioni al dg Baldini dopo la vittoria contro l'Udinese, circa le parole dette a commento della pessima figura di Lecce ('Giocatori sopravvalutati'). I tre avrebbero preferito un confronto a quattr'occhi, ma come in tutte le società esistono le gerarchie: il direttore generale ha più potere rispetto ai giocatori e non deve dare loro nessuna giustificazione sul suo operato, e considerata la sconfitta contro la Juventus non sono state proferite parole frettolose. La personalità non si vede reagendo d'istinto ad una brutta figura, ma nella continuità. E la squadra non he ha. Con buona pace dei tre ribelli. Che chiedano scusa.