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    Roma, la top 11 degli ultimi 20 anni: Totti dietro a Dzeko-Batigol, Emerson e Aldair fuori. Nainggolan con Pjanic

    Roma, la top 11 degli ultimi 20 anni: Totti dietro a Dzeko-Batigol, Emerson e Aldair fuori. Nainggolan con Pjanic

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Nel primo ventennio del Duemila, quello che prendiamo in considerazione per la nostra top 11, la Roma ha vinto subito uno scudetto con Capello (2000-01), due volte la Coppa Italia con Spalletti (2007 e 2008), due volte la Supercoppa, la prima con Capello (2001) e la seconda con Spalletti. Per questo, quando siamo andati a scegliere l’allenatore della super Roma 2000-2020 è stato possibile soffermarsi solo su quei due nomi. Capello ha conquistato lo scudetto, peraltro l’ultimo nella storia dei giallorossi, e per questo la panchina è sua. Questa la squadra:

    Roma, la top 11 degli ultimi 20 anni: Totti dietro a Dzeko-Batigol, Emerson e Aldair fuori. Nainggolan con Pjanic

    Solo due giocatori sono fuori discussione. Uno, manco a dirlo, è il 10, Francesco Totti. L’altro, anche questo manco a dirlo, è Daniele De Rossi. Sul resto si può discutere, anche se il portiere top ci sembra nettamente più forte di altri candidati come Antonioli, il numero 1 dello scudetto, e Szczesny. C’è un solo paletto in questa serie di top 11 ed è legato al numero di stagioni di ogni giocatore nello stesso club, ne servono almeno due: Alisson ha trascorso due anni nella Roma, anche se nella prima stagione, come vice di Szczesny, ha giocato solo in Coppa Italia e in Europa League. La coppia di terzini Cafu-Candela supera secondo noi i diretti concorrenti come Maicon (che era già nella top 11 dell’Inter, ma il suo connazionale a Roma ha vinto lo scudetto), Panucci, Rüdiger, Florenzi, Chivu, Balzaretti e Kolarov. Coppia centrale di difesa Manolas-Samuel, con un rimpianto forte per Aldair, un po’ meno per Mexes a cui ogni tanto si tappava la vena e buonanotte.

    A centrocampo, fatta eccezione per De Rossi, si può aprire il dibattito. Noi abbiamo scelto Pjanic per la tecnica e Nainggolan (l’alieno, come lo chiamava Spalletti) per la forza e non solo per la forza, ma mettere fuori giocatori come Pizarro, Aquilani, Strootman, Perrotta, l’Emerson e il Tommasi dello scudetto, è stato complicato.

    Più facile la composizione dell’attacco, perché Totti ha il posto assicurato nella Roma non del primo ventennio del Duemila ma in quella di tutta la storia, perché Batistuta è stato il cannoniere dello scudetto (anche se la seconda stagione giallorossa, causa infortuni, è andata male) e perché Dzeko ha segnato 102 gol nella Roma. Doppio centravanti, è vero, ma l’argentino è da area di rigore, il bosniaco ricuce anche fuori, e poi con Totti può segnare chiunque. Restano fuori Salah, che in due campionati ha firmato 29 gol, Montella, Delvecchio e Vucinic.
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