Roma, la prima di Tom:| Alla fine sono fischi
Sembrava una serata di festa. Ci ha pensato Stepanovsky a rovinarla, con la complicità della Roma e di Luis Enrique. Una serata iniziata con il benvenuto a Thomas DiBenedetto e conclusa con la sostituzione di Francesco Totti, l'eliminazione dall’Europa League, il volto deluso in tribuna autorità del nuovo proprietario della Roma e Luis Enrique a passeggiare, uomo già solo, nel tunnel dell'Olimpico. Un vero peccato perché mai come ieri sera i tifosi della Roma meritavano ben altro che un pareggio contro gli slovacchi dello Slovan e un'eliminazione che brucia. In 47mila erano accorsi di 25 agosto per vedere la prima stagionale in casa della Roma di Luis Enrique e in 47mila hanno fischiato l'uscita dal campo di una squadra che è riuscita a rovinare la festa.
Una serata iniziata all'insegna delle passeggiate. Quella di Tom DiBenedetto prima di tutto. Arrivato all'Olimpico alle 19 il presidente in pectore giallorosso è voluto scendere in campo, accompagnato dalla scorta e dai suoi uomini di fiducia, con in prima fila l'avvocato Mauro Baldissoni. Un mezzo giro di campo tra gli applausi di un pubblico ancora sparuto. Passeggiata solitaria, invece, con mano in tasca e inevitabile sigaretta per Walter Sabatini. Ma il protagonista assoluto del pre-partita giallorosso è stato il nuovo proprietario della Roma. Thomas DiBenedetto si è comportato da vero padrone di casa. E' arrivato in largo anticipo, è sceso in campo, ha visitato tutto l'Olimpico, gli spogliatoi, gli stand degli sponsor, si è recato persino al bar. Ha stretto mani e regalato saluti tra i corridoi dell'Olimpico e la tribuna autorità. E' stato lui il grande protagonista finché la squadra e Luis Enrique non hanno rovinato la festa.
Il prossimo presidente della Roma non ha voluto far mancare il suo personale messaggio ai tifosi della Roma. Le telecamere lo hanno registrato prima della partita e i maxi schermi dell'Olimpico lo hanno diffuso poco prima dell'ingresso in campo delle squadre. Un messaggio che DiBenedetto avrebbe voluto registrare in italiano, ma che alla fine lo ha visto affidarsi alla lingua madre con l'eccezione di un 'Forza Roma' finale che ha infiammato l'Olimpico, quanto il gol illusorio di Perrotta che ha visto DiBenedetto scattare in piedi e applaudire. Poi, quando la delusione ha preso il sopravvento, l'americano ha predicato e dispensato calma: 'Certo, questo risultato fa male, però bisogna avere pazienza. Per esempio ho notato dei miglioramenti rispetto alla partita in Slovacchia, dobbiamo stare sereni e lavorare tutti nella stessa direzione'.
Doveva essere anche la serata della presentazione dei volti nuovi della Roma. Quelli protagonisti tra campo e panchina, Josè Angel, Stekelenburg, Bojan, Heinze, e quelli seduti comodamente in tribuna, da Lamela, all’ultimo arrivato Osvaldo. Applausi per tutti, ma alla fine il più festeggiato è stato ancora una volta lui, Francesco Totti. Cori dedicati nella fase di riscaldamento, boato alla presentazione dello speaker, applausi a ogni invenzione e fischi di chiara disapprovazione al momento del cambio con Stefano Okaka. Perché se è vero che il futuro sarebbe dovuto cominciare ieri, Totti non rappresenta ancora il passato di questa Roma.
(Corriere dello Sport - Edizione Roma)