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    Roma, Iturbe a Tijuana: cifre al ribasso per il più grande flop di Sabatini

    Roma, Iturbe a Tijuana: cifre al ribasso per il più grande flop di Sabatini

    • Francesca Schito
    Rispetto alle voci della tarda mattinata, sono state ritarate al ribasso le cifre della cessione di Juan Manuel Iturbe al Club Tijuana. Secondo quanto riportato da Sky Sport, l'addio è in prestito gratuito con riscatto obbligatorio in caso di raggiungimento di condizioni molto semplici da centrare. La Roma incasserà non più di 5 milioni di euro dall'affare. A conti fatti, si tratta del flop principale dell'intera epoca di Walter Sabatini come direttore sportivo giallorosso. Era stato il "segnale lanciato alla Juventus", al punto che in molti ritennero il suo approdo alla Roma uno dei motivi dell'addio di Antonio Conte al club bianconero. Si è rivelato forse il più grande errore di mercato romanista degli ultimi anni. "Iturbe era fortemente voluto da molti club e con il suo acquisto ho dato un segnale di forza per la Roma, per far vedere che dovevano superare noi per competere", ha dichiarato pochi mesi fa l'attuale responsabile tecnico del Gruppo Suning. I fatti gli hanno dato torto.

    INGAGGIO RISPARMIATO - Il lato positivo, per le casse della Roma, è legato al mancato pagamento dello stipendio nelle prossime due stagioni: con il contratto in scadenza nel giugno del 2019, Iturbe avrebbe percepito altri 4.6 milioni di euro netti. Una consolazione solo parziale per un fallimento incredibile, nonostante i tentativi di Sabatini di difendere il suo investimento: nel 2015, dopo una prima stagione già ampiamente sotto le attese, l'allora direttore sportivo della Roma aveva trovato l'accordo per la cessione al Genoa, salvo poi tornare bruscamente sui suoi passi a poche ore dalla chiusura del mercato. "Manuel deve tornare bambino, liberandosi del frigorifero che gli abbiamo messo addosso pagandolo tanto", dichiarò in una delle sue lunghe conferenze stampa. Una missione decisamente fallita. Iturbe, dopo prestiti infruttuosi, non solo lascia l'Italia - lo aveva già fatto andando al Bournemouth nel gennaio del 2016, diventando un corpo unico con la panchina del club inglese (ben 55 minuti in sei mesi, in due fragorose sconfitte con West Ham e Stoke City) - ma anche il calcio che conta, rifugiandosi in Messico a soli 24 anni.

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