Roma in uscita: quante scelte sbagliate
LA "QUARTA PUNTA" - Con gli arrivi estivi di Mohamed Salah e Iago Falqué, la Roma si era ritrovata addirittura con sei attaccanti esterni in organico: agli ordini di Rudi Garcia c'erano anche Gervinho, Iturbe, Ljajic e Ibarbo, "ereditati" dalla stagione precedente. Due erano palesemente di troppo e i designati a partire erano Iturbe e Ibarbo. Prestito in Inghilterra per l'ex Cagliari e addio, direzione Genova, per l'argentino. "Chiedo pubblicamente scusa al Genoa e al presidente Preziosi, al tecnico Gasperini e ai tifosi. Avevo intrapreso la trattativa per vedere valorizzare Iturbe in una squadra che gioca una gran calcio, bello e veloce, adatto alle sue caratteristiche. Poi però mi sono venuti dei dubbi: non voglio indebolire la Roma. Iturbe rimane con noi e ci farà vincere": la retromarcia di Walter Sabatini risale al 30 agosto. Con la scelta di tenere Iturbe in organico, rimaneva Ljajic da sacrificare. A posteriori, la scelta non si sta rivelando azzeccata: il serbo, ceduto in prestito neanche troppo oneroso (1.7 milioni) all'Inter, è diventato un tassello importante per Mancini, mentre l'ex Verona continua a deludere.
CAPITOLO DIFESA - L'altro punto di svolta riguarda la difesa. L'ennesima plusvalenza (i 25 milioni incassati per Alessio Romagnoli) inizia a destare qualche dubbio, non solo per il rendimento del neomilanista, cresciuto nelle ultime gare, ma anche per le prestazioni delle alternative: Rudiger è tra i principali responsabili del pareggio di Torino (suo l'errore che ha provocato il discusso rigore dell'1-1) e in generale sta fornendo un apporto alquanto discontinuo, Castan non è ancora tornato ai suoi livelli e Gyomber è un oggetto misterioso. Se l'utilizzo di Daniele De Rossi da centrale ha parzialmente tamponato la falla, sembra comunque necessario un intervento per acquistare un difensore di livello internazionale. Il mercato può cambiare anche in pochi secondi.
Francesca Schito