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Roma, il regista del film su Totti: 'Il caso Spalletti per lui fu un horror, Lazio terza squadra della capitale'
"Con Spalletti all'inizio si capirono, poi fu messo da parte e lo visse come un tradimento, diventò un film dell’orrore, si palesò un'altra persona, l'avversario era lui. 'Che metti anche Spalletti?', mi ha chiesto. Voleva parlare della Nazionale, ritrovava accanto in una fratellanza gli avversari, Buffon, Del Piero e si è reso conto che sono cresciuti insieme".
"Dice che a Roma ci sono tre squadre: la Roma, la Lazio e la giovanile della Lodigiani. La Lazio è la terza squadra. Il vero romano è romanista, lui è nato così, è una religione e non ti puoi convertire alla Lazio".
"Lo sputo al danese Poulsen è l'errore di cui si pente: 'Quando perdo la testa, faccio cose di cui mi vergogno. Ma dietro c’era una regia e non era più calcio'. La dimensione mediatica gli pesa e interferisce con la sua libertà, già da ragazzino aveva la gente sotto casa ed era sconvolto, non poteva andare a giocare a flipper. Il suo sogno? Essere invisibile per un giorno".