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    Roma, il regista del film su Totti: 'Il caso Spalletti per lui fu un horror, Lazio terza squadra della capitale'

    Roma, il regista del film su Totti: 'Il caso Spalletti per lui fu un horror, Lazio terza squadra della capitale'

    "Mi chiamo Francesco Totti". Dal 19 al 21 ottobre sarà nelle sale al cinema il docu-film sull'ex capitano della Roma. Il regista Alex Infascelli racconta al Corriere della Sera: "E' un racconto intimo. Il titolo è l'inizio di un tema e una dichiarazione. L'uomo Francesco impara dal calciatore Totti, l'uno ha bisogno dell'altro. Lui non aveva idea di cosa avessi in mente, mi conosceva, ama il cinema e aveva visto Almost Blue. Quando ha visto il mio accerchiamento sulle persone a lui più vicine, mi diceva: 'Ma quanto vuoi parlare di me?'. Racconta della sua infanzia di bambino timido, di quando non si capiva perché non crescesse di statura, oppure del padre che lo portava a 16 mesi a calciare la palla in vacanza, e Francesco ora si emoziona, non se lo aspettava da quell'uomo di poche parole e sentimenti centellinati: 'E' come faccio io con mio figlio Cristian'. E poi parla di fede e spiritualità". 

    "Con Spalletti all'inizio si capirono, poi fu messo da parte e lo visse come un tradimento, diventò un film dell’orrore, si palesò un'altra persona, l'avversario era lui. 'Che metti anche Spalletti?', mi ha chiesto. Voleva parlare della Nazionale, ritrovava accanto in una fratellanza gli avversari, Buffon, Del Piero e si è reso conto che sono cresciuti insieme". 
    "Dice che a Roma ci sono tre squadre: la Roma, la Lazio e la giovanile della Lodigiani. La Lazio è la terza squadra. Il vero romano è romanista, lui è nato così, è una religione e non ti puoi convertire alla Lazio". 

    "Lo sputo al danese Poulsen è l'errore di cui si pente: 'Quando perdo la testa, faccio cose di cui mi vergogno. Ma dietro c’era una regia e non era più calcio'. La dimensione mediatica gli pesa e interferisce con la sua libertà, già da ragazzino aveva la gente sotto casa ed era sconvolto, non poteva andare a giocare a flipper. Il suo sogno? Essere invisibile per un giorno". 
     

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