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    Roma, il gol di Ngonge è follia pura. Mourinho esagera coi registi, un Verona così solo 40 anni fa

    Roma, il gol di Ngonge è follia pura. Mourinho esagera coi registi, un Verona così solo 40 anni fa

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Era dall’indimenticabile stagione dello scudetto, 84-85, che il Verona non vinceva sul campo (e non a tavolino come nel 2020-21) le prime due partite di campionato. Allora ne vinse tre e pure stavolta sono tre se ci mettiamo quella di Coppa Italia con l’Ascoli. Dopo l’Empoli, ha battuto anche la Roma e la classifica oggi lo mette in testa, per ora insieme al Milan. Per vincere ha sofferto da morire e se contiamo i tiri in porta, le occasioni da gol, le traverse colpite e il possesso palla la Roma non meritava proprio di perdere. Anzi. In ordine: 23 a 5 i tiri, almeno 6 nitide palle-gol, 2 traverse e il 72 per cento di possesso. Ma se alla fine ha perso, la squadra di Mourinho farà bene A riflettere sui propri errori, soprattutto su quelli di una formazione sbagliata all’inizio: due registi, Paredes e Cristante, erano troppi. Altra riflessione sul modo e sul numero dei gol che ha preso nelle prime due gare: due dalla Salernitana e due dal Verona, sono già troppi. Nel primo tempo, l’assetto di Baroni, la sua organizzazione e la rapidità nel ribaltare l’azione hanno deciso la partita.

    POSSESSO E CONTROPIEDE - Possesso palla della Roma (già il 75 per cento al 52', quando è finito il primo tempo: siamo a livelli record per Mourinho) e contropiede del Verona. Risultato 2-0 per la squadra di Baroni a metà partita. Due gol belli, perfino facili e soprattutto rapidi. Il primo dopo meno di 4 minuti. Punizione sulla tre quarti di Dybala, respinta di testa in area da Folorunsho, poi Ngonge-Hongla-Ngonge-Terracciano, diagonale, respinta pessima di Rui Patricio, tocco di Duda, palla in rete e Verona subito davanti. La respinta di Folorunsho era del 3'07", il gol del 3'23", nel calcio bastano 16 secondi e tre passaggi per fare un gol. Il secondo, per il modo in cui è arrivato, è diventato una condanna di primo, secondo e terzo grado per l’atteggiamento di tutta la squadra della Roma, ma soprattutto della difesa. Duda ha recuperato palla nella sua area, ha alzato la testa, ha visto Ngonge ben al di qua della linea di metà campo e lo ha lanciato. La Roma difendeva con Paredes (che, non si capisce perché, invece di inseguire Ngonge si è tuffato sulla palla senza intercettarla), Smalling e Mancini, ma tutti e tre venti metri oltre la linea di metà campo. Un’assurdità. Ngonge è partito come una scheggia, ha aspettato Smalling, l’ha incenerito sul rientro e di sinistro ha piazzato la palla sul secondo palo. In realtà, più che un contropiede questo gol si può definire una follia della Roma.

    PAREDES E CRISTANTE INSIEME: MAH - Eppure, presa la prima rete così presto, la squadra dello squalificato José ha fatto una bella mezz’ora grazie agli spunti di Dybala e di Pellegrini. Sullo 0-1 ha colpito una traversa con Cristante (colpo di testa su angolo di Pellegrini), poi Montipò ha chiuso l’angolo a Dybala e infine Magnani ha salvato un gol fatto su tiro di Zalewski. In mezzo anche un rigore concesso da Doveri per un tocco di mano di Hongla (in realtà la palla gli ha toccato la pancia) e tolto dal Var per un fuorigioco a inizio azione di Dybala. Dopo mezz’ora, la Roma ha esaurito le energie e il Verona ha controllato più agevolmente grazie anche alla presenza di Hien, risoluto tutte le volte che entrava sulla scena. Nel suo periodo migliore, la squadra di Mourinho avrebbe dovuto dare alla manovra più sveltezza, ma la scelta di schierare insieme due registi, Paredes e Cristante, non è stato una bella idea, anche perché l’argentino non è sembrato in condizione, tanto da rallentare l’azione.

    UN’ALTRA ROMA - Mourinho se n’è accorto e nell’intervallo con tre cambi ha ribaltato la Roma. El Shaarawy per l’opaco Kristensen, Spinazzola per Llorente e Aouar per Paredes. E soprattutto, via la difesa a tre e squadra schierata col 4-3-3: Zalewski, Mancini, Smalling e Spinazzola dietro, Aouar, Cristante e Pellegrini in mezzo, Dybala, Belotti ed El Shaarawy davanti. Un’altra Roma nelle facce, nel sistema ma soprattutto nella testa. Aouar ha segnato dopo 11', ma anche dopo due occasioni da gol su cui Montipò ha fatto due prodezze, prima su El Shaarawy, poi su Mancini. Sul gol, però, ha sbagliato il tempo di uscita sul cross di Pellegrini, ha centrato la testa di Belotti invece della palla, che Aouar, tenuto in gioco da Doig, ha messo in rete sempre di testa. Poco prima si era fatto male Zalewski ed era entrato Karsdorp.

    FUORI DYBALA - Quando alla Roma sarebbe servito lo sforzo maggiore per acciuffare il pareggio (che, come detto, avrebbe meritato per il numero delle occasioni create), sono invece terminate le risorse fisiche di Dybala, acciaccato e sostituito da Solbakken a metà ripresa, e anche quelle di Belotti che, stremato, è arrivato fino in fondo perché Mourinho aveva esaurito le cinque riserve: il Gallo avrà modo di riposare se arriverà Lukaku. Con tutto il rispetto, passare da Dybala a Solbakken non è il massimo della vita, soprattutto quando devi segnare per forza. Sull’altro fronte Baroni aveva già rinfrescato la squadra con Faraoni e col debutto in A del turco-tedesco Serdar arrivato da pochi giorni dall’Eintracht. Il tecnico veronese non voleva arretrare e poco dopo ha messo dentro anche Bonazzoli al posto di Duda, il protagonista di questa partita.

    IL VAR PER HIEN - Con l’ultima goccia di benzina rimasta nel suo serbatoio, Belotti si è procurato una punizione dal limite ma soprattutto l’espulsione di Hien che, per fermare l’ex granata, ha interrotto una chiara occasione da gol. Per Doveri poteva bastare il giallo, Nasca per la seconda volta lo ha richiamato al Var facendogli cambiare idea, così come il cartellino ha cambiato colore, da giallo a rosso. Sulla punizione stupenda di Pellegrini altra traversa. Alla fine mancavano 5 minuti più altri 13 di recupero, la Roma si è rovesciata nella metà campo veronese. Baroni ha fatto entrare Saponara per tenere palla e Mboula per lottare fino al 103'. Ci hanno provato Mancini e ancora Aouar, ma senza successo.

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