Roma, Garcia a 360°: 'La filosofia, il carattere e il futuro'
Il tecnico della Roma Rudi Garcia ha presentato la sua autobiografia in un'intervista al sito Football.fr. 'Ho sempre lavorato nei miei club come ci rimanessi per tutta la mia carriera, e non cambierò - si è descritto l'allenatore giallorosso -. Lavoro a Roma come se dovessi finire qui la mia carriera, dopodiché non so cosa riserverà il futuro. Per ora il progetto della Roma, che è quello di competere con i più grandi club in Europa, mi si addice. Si inizia con la vittoria in Italia e poi, si spera, con l'essere competitivi in Europa. Non ho mai usato i club in cui mi trovavo in passato come un trampolino di lancio, non ho mai detto che stavo passando da un club per andare in un altro. Questo libro, dunque, non è un modo per candidarmi come successore di Didier Deschamps: la Nazionale francese non è un obiettivo a lungo termine. Ogni volta che partecipo a una gara, io gioco sempre per vincere e finire davanti. Alcuni possono pensare che questo sia un difetto, per me è una qualità. Viene dall'esempio di mio padre, che è sempre stato combattivo. Sono latino, mediterraneo, amo la competizione e penso che essere testardo sia una qualità. Mi piace che la mia squadra sia costruita a mia immagine. Tuttavia quando arrivo in un club, faccio un inventario delle forze e le qualità individuali dei miei giocatori, che poi mi permette di scegliere il miglior sistema di gioco. Bisogna essere abbastanza umili rispetto alle proprie certezze, ma anche avere delle convinzioni. Io penso che attraverso un calcio più offensivo si abbiano più possibilità di vincere, questa è la mia filosofia: quando i giocatori mi seguono è davvero una grande soddisfazione. La tecnica del Consiglio dei Saggi? Fa parte della gestione partecipativa, mira a capire se i giocatori mi ascoltano e ad ottenere conferma, di solito sulla preparazione della partita. Ma decide sempre uno, il Consiglio mi guida soltanto. Non è più importante di altre cose, è un fattore tra gli altri che rende una stagione di successo. Ad esempio, questo Consiglio non ha ancora lavorato molto a Roma, quindi va tutto bene'. Garcia ha parlato ovviamente anche del'attualità dei giallorossi. 'È sempre possibile fare meglio, anche se siamo partiti a razzo con dieci vittorie in dieci partite - le parole del francese -. Non abbiamo ancora vinto nulla, dobbiamo continuare ad essere affamati. Tutto può succedere. Purtroppo non abbiamo il destino nei nostri piedi, ce l'ha la Juventus, e se non rallenta concluderà il campionato con più di 100 punti. Ma l'obiettivo è quello di essere lì in caso non ce la facesse. Vogliamo qualificarci per l'Europa, se possibile per la Champions League, e ci serve continuità di risultati. Saremo giudicati sulla nostra capacità di raggiungere questo obiettivo, che la Roma non ha ottenuto nelle ultime due stagioni: un'anomalia per un club di questa portata. Totti? Prima di conoscerlo c'era apprensione. Io non sono un tipo calcolatore, sono trasparente e dico quello che penso. Lui ha apprezzato che fossi leale con lui, e c'è un buon feeling tra noi. I grandi giocatori sono anche i più umili. Ho trovato un uomo all'altezza del talento del giocatore. È uno dei più grandi della storia del calcio, nei passaggi di prima intenzione è eccezionale. Ed è un uomo semplice, che vuole essere trattato come qualsiasi altro. A 37 anni è logico che non si possa essere come un giocatore di 18 anni, ma Francesco ama imparare, e se continuerà ad avere questa passione sarà un piacere averlo con noi'.