Friedkin o Pallotta? Come cambia il mercato della Roma
CON FRIEDKIN - Nel caso in cui l’affare dovesse chiudersi entro l’estate non saranno comunque pochi gli ostacoli per il texano chiamato innanzitutto a coprire il debito di circa 270 milioni e la ormai quasi certa mancata qualificazione in Champions. Poi ci sono i paletti del Fair play finanziario e la mancata deroga dell’Uefa per il primo anno di proprietà visto che l’affare non si è chiuso entro il 31 dicembre. Zero colpi da novanta quindi e conseguente abbassamento degli ingaggi. Almeno per il primo anno che inizia già con l’handicap della crisi post pandemia. Friedkin non si presenterebbe con cessioni illustri (resterebbero i big) e punterebbe per la prima finestra anche a parametri zero d’esperienza. Vedi Bonaventura o Pedro. La dirigenza manterrebbe per il primo anno un assetto base, con parziali cambiamenti (rischia molto Petrachi) e con la creazione del nuovo Cda in cui entrerebbero il figlio Ryan e il suo vice Watts. Non è da escludere un ritorno alla base di Totti e De Rossi anche per ridare slancio al marchio.
CON PALLOTTA - Il piano B è già in atto, e comporterà un ridimensionamento di costi ambizioni visto il passivo di bilancio. A partire dagli stipendi. Chi non si taglierà l’ingaggio finirà sul mercato. Le cessioni ci saranno, come ci sono sempre state: da Under a Cristante. Ma calciatori come Pellegrini e Zaniolo dovrebbero restare anche in ottica di future plusvalenze non pienamente maturate anche se il primo rischia molto visto il mancato rinnovo e la mancata eliminazione della clausola. Si punterà quindi a giocatori giovani, da valorizzare. E al rinnovo di alcuni prestiti (vedi Zappacosta e Mkhitaryan) oltre alla stipula di nuovi. Un colpo in entrata potrebbe essere El Shaarawy disposto a ridursi drasticamente lo stipendio e con la voglia di lasciare la Cina. Per il resto molto dipenderà dai riscatti in entrata: da Schick a Nzonzi passando per Coric. Alcuni potrebbero tornare alla base e restarci. Il management dovrebbe restare invariato con Petrachi ancora direttore sportivo. Al loro posto, almeno per un anno, resterebbero pure Baldissoni, Fienga, Calvo e Zubiria.