Roma, Friedkin a un passo: dall'addio di Baldini al ritorno di De Rossi, ecco cosa cambia
PRESENZA COSTANTE - Pallotta manca da oltre 520 giorni. E proprio il discorso legato alle lunghe assenze del presidente è stato centrale nel movimento di critica verso una società che ha messo in bacheca zero trofei e tanti affari di mercato. Anche Dan Friedkin avrà molti affari negli Usa. E per questo la società resterà sotto l’occhio vigile di uno dei quattro figli del padrone americano della Toyota: Ryan Friedkin. Il giovane producer cinematografico vivrà nella capitale dove seguirà anche alcuni lavori a Cinecittà. Un po’ come avviene a Milano con Zhang junior.
RIVOLUZIONE DIRIGENZIALE - Di fatto è già in atto da qualche mese. Tutti i piani di Trigoria verranno ribaltati. I primi a fare le valigie sono stati il team manager Tempestilli e il responsabile giovanile Tarantino. Seguirà il vicepresidente Baldissoni, il consulente Baldini e probabilmente anche il Ceo Fienga che dovrebbe comunque rimanere nella gestione iniziale del club. Ci saranno anche ulteriori tagli (alcuni già in atto) in altri settori come quello dei media. E nel futuro? Petrachi dovrebbe essere affiancato ma già gira con forza la voce di una corte a Paratici come uomo forte del club. Di ritorno pure De Rossi (una volta completata l’avventura al Boca) mentre Totti ha già detto no.
INVESTIMENTI - Friedkin tamponerà una situazione in perdita e appianerà i conti in rosso pagando gran parte dell’aumento di capitale ed estinguendo il debito da 270 milioni con Goldman Sachs. Almeno inizialmente quindi non farà sognare la piazza ma permetterà una maggiore stabilità nella rosa. I paletti imposti dal Financial Fair Play non permettono spese superiori ai ricavi. Niente sanzioni però sulle prime due finestre di mercato visto che l’Uefa concede spese straordinarie ai nuovi proprietari, a patto di avere un piano di rientro entro un anno. Stop alle cessioni (vedi Zaniolo) e forse un colpo a gennaio (Nandez?) ma con un occhio al bilancio. La filosofia “aziendale”, infatti, non cambierà più di tanto.
STADIO - E’ stato l’elemento cruciale dell’arrivo della cordata guidata da Pallotta e sarà il motivo per cui proprio James lascerà. Le lungaggini enormi incontrate tra l’inizio del progetto (2011) e la prima pietra (forse 2020) hanno convinto gli investitori vicini a Pallotta a vendere la Roma. Ma la svolta sembra comunque vicina. Qui entra in ballo un altro pezzo da 90 come il ceco Vitek che ha messo sul piatto 600 milioni per l’acquisto dei terreni e dei debiti da Eurnova. Il miliardario immobiliarista subentrerà a Parnasi e si occuperà della costruzione dell’impianto e non solo nella zona di Tor di Valle magari venendo incontro alle richieste del Comune sulle opere di pubblica utilità.