Getty Images
Roma, Emenalo in pole per la poltrona di ds: una vita al Chelsea e che scontri con Mourinho e Conte
DECANO NEL CHELSEA - Emenalo, una volta aver appeso i fatidici scarpini al chiodo, si trasferì negli Stati Uniti dove continuò a seguire il calcio e intraprese la carriera da osservatore per alcuni dei tecnici a cui era rimasto più legato. Il 20 settembre 2007 fu proprio Avram Grant, che già lo aveva allenato al Maccabi Tel Aviv, a nominarlo Capo Osservatore al Chelsea una volta preso l'incarico di allenatore dei Blues. Carica che Emenalo mantenne anche dopo l’esonero del tecnico israeliano. Il 19 novembre 2010, con le dimissioni di Ray Wilkins, diventa vice di Carlo Ancelotti e successivamente direttore tecnico della società londinese, oltre che paladino della guerra al razzismo in Inghilterra. La posizione di Emenalo all’interno del club cresce in termini di importanza, ma si scontra con altri profili ingombranti che Roman Abramovic, proprietario del Chelsea, ingaggia ogni biennio. Il 9 giugno 2013, col ritorno di José Mourinho da tecnico, Emenalo presenta le dimissioni, poichè creerebbe un conflitto con la sua posizione. Abramovič le rifiuta e Emenalo resta. Poco conosciuto al grande pubblico e poco amante dei riflettori è stato una delle pedine fondamentali del club londinese, diretto referente del patron russo, oltre che principale punto di riferimento per il capo del dipartimento finanziario, Marina Granovskaia. Emenalo ha sempre avuto grandi poteri sul mercato. Nel 2017 entra in collisione anche con Antonio Conte: decisive le vicende Diego Costa e David Luiz, che per un periodo viene spedito in tribuna dal tecnico italiano e di fatto silurato. Il direttore nigeriano è costretto a dimettersi nel 2017.
VITTORIE E SCOPERTE - Sotto la gestione Emenalo, il Chelsea vince 5 trofei nazionali (2 Premier e 2 FA CUP) e 2 trofei internazionali (la Champions League e l’Europa League). Andrà al Monaco per sostituire Campos ma l’avventura durerà poco. E’ un dirigente che ama stare sul campo, a contatto diretto con la squadra e che segue i match dalla panchina. Sa lavorare sia sui profili giovani (vedi Salah e De Bruyne), sia su calciatori in grado sin da subito di fare la differenza, senza fare troppi proclami come Hazard, Kanté, Courtois, piuttosto che Juan Mata, Azpilicueta e Marco Alonso. Un profilo che era piaciuto anche al Milan che aveva contattato Emenalo la scorsa estate.