La Roma 'americana':| Il sogno è Guardiola
Oggi e domani, la Roma made in Usa. Se la trattativa finirà con il brindisi tanto atteso dalla tifoseria, la nuova proprietà darà subito indicazioni precise per il presente. Separando in due la gestione del club: area di controllo e sviluppo e quella tecnica. La prima sarà governata da due uomini di fiducia di DiBenedetto che si occuperanno immediatamente del marketing e del merchandising. La seconda è quella che dovrà occuparsi della squadra da qui a fine stagione. Per non turbare lo spogliatoio, il responsabile unico, come punto di riferimento del gruppo Usa e su indicazione di Unicredit, sarà Giampaolo Montali, già contattato ieri da alcuni uomini di DiBenedetto e frenato sul rinnovo del contratto a Claudio Ranieri. La struttura dirigenziale, Bruno Conti e Daniele Pradè, e lo staff tecnico continueranno a lavorare come se non fosse cambiato niente. Montali, dunque, traghettatore, pur essendo l'unico in scadenza di contratto.
Il futuro, invece, è ancora da programmare. Thomas DiBenedetto vuole al più presto una risposta da Franco Baldini che è l'uomo indicato dallo studio Baldissoni per cambiare rotta a Trigoria. L'ex consulente di mercato di Franco Sensi, forte del suo incarico prestigioso (e del contratto sostanzioso) da manager dell'Inghilterra, sta al momento ala finestra. Prenderà una decisione solo quando l'operazione sarà ufficiale. Ma, essendo stato già interpellato informalmente (ebbe gli stessi contatti anche con il gruppo Soros e con Fioranelli), Baldini ha fatto alcune telefonate esplorative per capire con chi potrebbe tornare a lavorare a Roma dopo l'addio burrascoso di cinque anni fa.
Il punto di partenza sarà il nuovo allenatore. Il primo nome venuto in mente a Baldini è il più gettonato per chi sogna la Roma tanto diversa da quella attuale: Pep Guardiola, il tecnico del Barcellona che tutti vorrebbero. Il sondaggio già c'è stato. Lo spagnolo ha il contratto in scadenza: Abramovich lo vorrebbe a Londra al posto di Ancelotti. Ma i dirigenti del Barça, con una stretta di mano, sono certi di avere la certezza di poter rinnovare al più presto il suo contratto. Per il presidente catalano Rosel ha carta bianca. Guardiola a Trigoria già c'è stato, anche se per pochi mesi. Qui ha vinto la Champions contro il Manchester United, due anni fa all'Olimpico. Si risentiranno con Baldini, anche se, inutile illudersi, siamo solo alle parole, allo scambio di vedute tra i due. Nessuno si può impegnare. Nemmeno loro sanno dove saranno l'anno prossimo.
L'altra idea di Baldini è Fabio Capello, il tecnico dell'ultimo scudetto giallorosso e attualmente cittì dell'Inghilterra. Il suo conratto con la Federcalcio inglese scade dopo l'Europeo del 2012. Solo in due club tornerebbe ad allenare, al Real Madrid, già due esperienze vincenti, e alla Roma. Ha appena sposato gli investitori stranieri, in un'intervista a Radio Rai di qualche giorno fa proprio sulla società giallorossa. Se avesse voluto, sarebbe andato all’'nter. Non lo ha fatto. E anche con il Milan ha chiuso. Nella capitale, in caso di progetto serio e lussuoso, tornerebbe volentieri, con Franco Tancredi, portiere del secondo scudetto romanista e ora preparatore dei portieri della Nazionale di Sua Maestà, e Massimo Neri, preparatore atletico dello scudetto del 2001 e adesso dell'Inghilterra.
Capello piace, e anche tanto, oltreoceano, dove vorrebbero però la Roma un po' diversa da come solitamente immagina una squadra Capello: Arsenal style, cioè con investimento sui giovani e sul gioco spettacolare. In questo senso Guardiola avrebbe più senso. Come Arsen Wenger che, però, è legato ai Gunners sino al 2014. Sir Fabio, invece, potrebbe anche fare il direttore tecnico, con un allenatore giovane. E qui non è da scartare il suo ex nemico Vincenzo Montella, già apprezzato a Trigoria. Baldini, inoltre, ha già parlato con Walter Sabatini, ex giocatore giallorosso ed ex diesse della Lazio di Lotito e del Palermo di Zamparini, disponibile a diventare il suo braccio destro. Con Baldini responsabile dell'area tecnica, Montali diventerebbe amministratore delegato, occupandosi più della società (rapporti con il Palazzo e comunicazione) che della squadra. E' l'unico modo per farli coestistere.
(Il Messaggero)