Roma:| Dov'è il bel gioco?
La Roma cambia faccia, ma gli schiaffi sono sempre gli stessi. I giallorossi dopo la sconfitta di San Siro (e la vittoria della Lazio) risprofondano a -7 punti dalla Champions e sentono il fiato sul collo del Catania. Ciò che più stupisce però non è la posizione in classifica (praticamente la stessa da inizio campionato), ma l'involuzione di gioco e forma fisica. La tanto promessa Roma alla catalana, intravista a sprazzi nel girone d'andata, è sparita.
Nelle ultime tre partite la squadra ha centrato lo specchio della porta soltanto 11 volte e a nulla è valsa la sfuriata di Luis Enrique dopo la partita col Genoa. Nell'intervallo di San Siro il copione si è ripetuto, con Lucho rosso di rabbia a strigliare una squadra troppo timorosa (lo dimostra il rientro ritardato dagli spogliatoi nella ripresa).
Il gruppo, stanco di subire gol a ripetizione e collezionare sconfitte eclatanti come quella di Bergamo, aveva sposato infatti un altro progetto: quello della sopravvivenza all'italiana. Nessun ammutinamento (dicono), ma un cambio di rotta studiato a tavolino 24 ore dopo la sconfitta nel derby nel corso di una cena che doveva restare segreta e alla quale non parteciparono Osvaldo e Borini.
(Leggo - Edizione Roma)