Roma, dopo 22 anni il club esce dalla Borsa: cosa cambia per stadio e mercato
Dopo 22 anni la Roma dice addio alla Borsa. Nell'ultimo giorno dell'Opa la Roma ha raggiunto l'obiettivo del delisting. Oggi sono state superate le 2.600.000 richieste di adesione. La nuova percentuale del capitale sociale detenuto dai Friedkin è arrivata finalmente al 95%. L'Opa era stata lanciata dai proprietari giallorossi ad inizio maggio scorso e la sua scadenza è stata prorogata per ben due volte e il prezzo dell'offerta è stato aumentato da 43 a 45 centesimi per azione. Queste somme, ora, verranno incassate da tutti soci (anche quelli che non hanno aderito) con il gruppo di controllo che dovrà sborsare circa 30 milioni di euro. Agli azionisti che hanno aderito, invece, sono previste delle ricompense stabilite dal club attraverso il programma "Assist club". COSA CAMBIA - Aver superato il 95% del capitale sociale garantisce l'uscita dalla quotazione in Borsa del club giallorosso che permetterà di concentrarsi sulla gestione della società, di gestire i propri investimenti sulla società senza considerare i vincoli legati alla quotazione in Borsa, focalizzandosi anche sulla costruzione del nuovo stadio di proprietà che verrà costruito nella zona di Pietralata. Una società quotata è soggetta a molte pressioni di soggetti esterni. Al contrario, una società non quotata può essere gestita con maggior concentrazione e focalizzazione sugli obiettivi della società e minor preoccupazione per le questioni legate ai mercati finanziari.