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    Roma, Di Francesco: 'Balotelli? Lo volevo a Sassuolo, dobbiamo vederci'

    Roma, Di Francesco: 'Balotelli? Lo volevo a Sassuolo, dobbiamo vederci'

    Ospite della trasmissione di Italia 1 Tiki Taka, l'allenatore della Roma Eusebio Di Francesco ha parlato di quella che è stata la stagione giallorossa, con un occhio già al mercato, dove si scruta, all'orizzonte, il nome di Mario Balotelli, in uscita dal Nizza: "È un giocatore che anche in passato avevo cercato quando ero al Sassuolo. Dobbiamo vederci e fare delle valutazioni. Balotelli ha qualità importanti. Dzeko? Della trattativa lo sappiamo tutti. Lui ha fatto vedere la sua professionalità. Dzeko ha dimostrato di potersi prendere sulle spalle la Roma ed è più importante di fare tanti gol. Questo è stato un segnale importante per lui e per la squadra. Viene prima il gruppo del singolo". 

    ALLEGRI O SARRI? - "A me piacerebbe vincere attraverso il bel gioco. Non si può però criticare Allegri. Io parlo e cerco di trasmettere delle idee diverse di gioco, ma questo non vuol dire nulla. La differenza è che lui ha vinto e io no. Io cercherò di vincere portando avanti il mio pensiero. Juve o Napoli? Secondo me la pecca del Napoli è stata quando si è trovato a meno uno, si sono sentiti vincitori. Una squadra abituata a vincere ha tirato fuori l’orgoglio. La Juve è rimasta sul pezzo e ha meritato questo scudetto". 

    SU SCHICK - "Non è una scommessa. Io devo metterlo nelle migliori condizioni per esprimersi. Può giocare nel 4-3-3. Ha le qualità per giocare da centravanti come Dzeko e da esterno".

    SU NAINGGOLAN - "Chi non fa non sbaglia. Alla lunga vince chi sbaglia meno. A lui si può dire tutto tranne che non ha personalità e lo ha dimostrato più volte".

    SU ALISSON - "Non so quanto vale. È un giocatore importante, un portiere di sostanza che non fa le parare sceniche. E uno dei migliori in Italia, per non dire il più forte". 

    SU TOTTI - "Rimpianto di non averlo? No io non ho rimpianti. Totti è presente nello spogliatoio. È una presenza importante, un punto di riferimento. Sono contento dell’esperienza che ho vissuto con lui da calciatore e sono contento dell’esperienza che sto vivendo ora". 

    SU UNDER - "È partito con qualche problema perché non conosceva la lingua. Più che turco gli dico che è napoletano perché capisce al volo quello che gli dici. Non fa mai capire dove calcia e questa è una qualità importante per un calciatore".

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