Roma, De Sanctis: 'Garcia? Con lui mi si è aperto un mondo'
Il portiere della Roma Morgan De Sanctis ha rilasciato una lunga intervista all'edizione odierna del quotidiano Il Romanista. 'Questo spogliatoio è un merito della società, brava a scegliere certi giocatori con certe caratteristiche - le parole dell'estremo difensore abruzzese -. Non bisogna sminuire le qualità morali dei ragazzi che ho trovato: forse erano rimaste bloccate, magari non erano riconosciute dall'allenatore e dall'ambiente. E poi il mister ha dato consapevolezza ai vecchi e ai nuovi. Questo gruppo si è assunto le proprie responsabilità, e in tre mesi ha acquisito umiltà e pacatezza, cose mantenute malgrado l'inizio straordinario, ed è questo che mi dà ulteriore certezza. Se abbiamo parlato dell'arbitro dopo il match col Torino? Tutti i discorsi sono stati messi a posto, se qualcuno lo ha fatto dopo un secondo ha capito che non lo doveva fare. C'è la società, io mi fido, so che se deve fare qualcosa lo fa. Ma la squadra deve pensare che ci sono 27 partite da giocare, punto. Detto questo, contro la Roma da altre parti nessuno può e deve parlare degli arbitri. Nessuno. L'ho detto perché qualcuno giustificando i vantaggi che aveva ottenuto in alcune partite qualche giorno prima aveva chiamato in causa la Roma. Qualcuno ha detto: Io non parlo degli arbitri oggi perché non ne ho parlato nemmeno contro la Roma, alludendo a qualche favore per noi. No, tu non devi parlare degli arbitri perché alla Roma non è stato fatto nessun favore, alla Roma non è stato dato nessun vantaggio. Ecco che voglio dire con 31 sul campo, punto'.
'Rudi Garcia? Mi ha impressionato, quando l'ho conosciuto si è aperto un mondo - ha dichiarato De Sanctis -. In due mesi ha imparato l'italiano, e questo significa tanto. Non è solo la forma, ma i suoi contenuti, la chiarezza di quello che dice con chiunque. Io sapevo di essere arrivato in una squadra forte, malgrado i risultati degli ultimi due anni, e se sono venuto è anche per questo, perché sono pragmatico oltre che filosofo, ma quando ho conosciuto Garcia ho capito che potevamo essere grandi. Totti? E' sempre presente. Lo conosco da ragazzino, mi ha sempre impressionato il fatto che pur essendo una divinità nello spogliatoio si è sempre messo allo stesso livello degli altri. Ha una predisposizione che ha e che dà. Il suo calcio è fare cose che gli altri non si immaginano. Poi ci può stare che nei prossimi anni possa avere momenti in cui debba saltare partite: lui l'ha capito, i compagni anche, prendendosi le loro responsabilità. E anche il club si è organizzato, basti pensare all'acquisto di Ljajic'.