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Da Dzeko a Nainggolan e Strootman: Roma, senatori in crisi. Tutti i motivi
NAINGGOLAN AMMOSCIATO - La crisi più evidente, e più pesante, riguarda il Ninja che ha perso katana e stelline e anche contro il Milan è andato in bambola di fronte a Kessie. L’anno scorso Nainggolan era stato il trascinatore della Roma di Spalletti con 14 gol. Oggi è fermo a 2. E non solo solo le reti a determinare il rendimento del belga. Un rendimento mai alto in questa stagione, ma sprofondato dopo il famigerato video di Capodanno, la squalifica del club e le voci che lo volevano in Cina già a gennaio. Nainggolan, fresco di rinnovo, ha perso la verve. Ed è diventato un giocatore normale. Non è servito nemmeno il cambio di posizione provato da Di Francesco. In estate, di fronte a una nuova proposta cinese, il suo capodanno potrebbe spostarsi dal 31 dicembre al 5 febbraio.
STROOTMAN L’EX LAVATRICE - Altra ombra, altro alter ego del Kevin lavatutto che conquistò la Serie A nella sua prima stagione. Qui l’attenuante è legata alle condizioni fisiche e a quelle maledette tre operazioni al ginocchio che ne hanno compromesso corpo e mente. Nonostante questo però, almeno nella scorsa stagione, difficilmente l’olandese andava sotto la sufficienza e finì l’anno a quota 6 gol (oggi è fermo a uno). La frase emblematica rilasciata pochi giorni fa (“Io vorrei restare, ma forse la Roma preferirebbe i soldi”) fa capire lo stato d’animo di Strootman. Pure lui al 5° anno di Roma, pure lui stufo di zero vittorie e troppe cessioni. Certo, oggi la sua quotazione è calata di brutto. Ma Garcia a Marsiglia se lo riporterebbe volentieri.
DZEKO IL FU BOMBER - Dottor Dzeko e mister Hyde. La trasformazione da bidone a campione non è una novità per il bosniaco, ma il caso vuole che il suo nuovo periodo di flessione (2 gol in 9 partite, e di certo non decisivi) sia coinciso dopo la trattativa che lo ha portato a un passo dal Chelsea. Edin ha deciso di restare, ma si è reso conto di essere quasi un indesiderato e sul campo si è visto. A giugno molto probabilmente le strade tra l’ex capocannoniere della serie A e la Roma si divideranno. Su di lui ora c’è soprattutto il Milan. A proposito di Balcani: pure Kolarov, dopo un’inizio prorompente, si è adagiato sui ritmi dei senatori.
I ROMANI - Dovevano essere i capitan futuri in grado di far digerire in modo meno traumatica l’addio di Totti. Sia De Rossi sia Florenzi però stanno deludendo le attese. I due romani non erano in campo col Milan, e questo forse è ancora più grave. Perché il primo quest’anno ha giocato poco e non sempre bene facendo notare come il peso dell’età e della scadenza del contratto nel 2019 cominci a pesare. E perché il secondo è stato spedito in panchina (al suo posto addirittura Bruno Peres dopo i disastri con lo Shakhtar) e da mesi non convince in un ruolo non suo e con un contratto che fatica a rinnovarsi (anche lui scandenza 2019). Florenzi è rimasto deluso dalle critiche dei tifosi, e ora pretende uno stipendio da top player. Alla finestra c’è la Juve, ma pure Chelsea e Atletico. E anche in questo caso una frase del giocatore resta emblematica: “Vorrei restare, ma le cose cambiano”.