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Roma, continua il mal di Nazionale
Non accade lo stesso, però, con Bradley, che nel riscaldamento di Costa Rica-Stati Uniti di quello stesso settembre rimedia una distorsione di secondo grado alla caviglia. La Roma impallidisce nel vederlo dall’altra parte dell’Oceano con le stampelle ed è costretta a farne a meno per cinque partite di campionato e per sette lunghe settimane. È questo uno dei pochi casi in cui la società di Trigoria ha potuto godere almeno dell’indennizzo della Fifa, che dal 28° giorno di assenza paga lo stipendio (bonus esclusi) al giocatore infortunato.
Il maggio scorso si è fermato invece Ljajic nell’amichevole estiva della Serbia a New York e si è andato a curare a Belgrado. Ai Mondiali i guai sono per De Rossi, che salta la sfida con l’Uruguay e sfrutta le vacanze per recuperare. Non era il primo acciacco per il vicecapitano giallorosso, rispedito indietro dall’Italia nell’ottobre 2013. Colpa di un polpaccio che lo fa dannare dal 2010 (il primo infortunio arrivò, destino vuole, proprio in azzurro). Nell’ottobre di quest’anno si è infortunato invece Keita, sostituito al 30′ di Etiopia-Mali: elongazione al soleo, salta due partite di campionato e si risparmia la figuraccia del 7-1 con il Bayern in Champions.
Yanga-Mbiwa a novembre è andato ko dopo 90 minuti di amichevole con la Francia. Penultimo caso registrato a Trigoria è quello di Uçan: si infortuna durante la prima sosta della stagione e di nuovo venerdì scorso: lesione di primo grado che può smaltire in dieci giorni. Dal bollettino di guerra si discosta Holebas, che per tre volte consecutive non è andato in nazionale perché infortunato con la Roma. L’eccezione che conferma la regola. Lo riporta Il Tempo.