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    Roma, che schiava di Doni...

    Roma, che schiava di Doni...

    • Valerio Nasetti

    Essere simpatici nella via, aiuta. Prendete da esempio Doni, amatissimo dai suoi compagni di squadra. Nel 2008, durante il periodo di suo massimo splendore sigla con la Roma il contratto della vita, divenendo il terzo portiere più pagato d'Europa. 'Ho dei bambini piccoli ed i pannolini costano', afferma ridendo a margine di una conferenza stampa. Quattro milioni e trecentomila euro lordi per quattro anni, a proposito. Anzi per cinque. Perchè il portiere brasiliano afferma di avere un accordo fino al 2013, mai tuttavia ratificato dalla società. Ma su questo punto, ci torneremo più avanti.

    L'empatia da una mano a Doni anche nei momenti di difficoltà. Perchè da quando firma il rinnovo, sul portiere brasiliano piombano una serie di avversità. Il problema è serio, riguarda la salute. Un buco al ginocchio, la richiesta di Spalletti di stringere i denti fino a fine stagione. Il rendimento scadente, la contestazione dei tifosi. Poi alla fine stremato, l'operazione. Il lento recupero. L'esplosione del rivale Julio Sergio. I compagni rimangono dalla sua parte ed al primo vuoto di potere gli concedono una seconda possibilità. Via Ranieri, ecco Montella. Riunione tecnica: 'Mister, riparti da Doni'.

    E così sia. E monostante le critiche, qualche buona parata la compie. Però ora per la simpatia non c'è più spazio. Cambia la società, la dirigenza e le regole. Sabatini punta sul suo orgoglio. Doni sembra non volerne sapere. Sente di avere una marea di credito. La nuova dirigenza gli propina il Liverpool. I Reds gli offrono meno di mezza razione. Doni allora si inquieta. 'Dopo aver firmato un accordo di cinque anni nel 2008 e aver dato un ginocchio per la causa della Roma non sono disponibile a regalare anche dei soldi'. Cinque anni, dunque, ma l'ultimo non è stato convalidato dalla società. Ora c’è il serio rischio di scatenare un contenzioso legale.  La situazione, infatti, è lontanissima dall'evolversi. Anche il Galatasaray, l'altra squadra interessata, sembra si sia tirata indietro. Si spera nel Psg di Leonardo.

    Tra i pali ora c'è affollamento: in arrivo un primo portiere (in ordine di possibilità: Stekelenburg, Kameni, Krul), e c'è sempre Julio Sergio. Da miglior terzo portiere a primo, ora di nuovo terzo. Anche il suo ingaggio è niente male: due milioni lordi. Piace a Genoa e Torino, ma per pudore non si azzardano a farsi avanti. Lobont rimarrà. Il numero uno della Primavera Pigliacelli potrebbe restare a Trigoria e crescere ai margini della prima squadra. A Pena e Curci verrà trovata una sistemazione. Ci sarà tempo. Ora urge risolvere la questione Doni, prima che la nuova società diventi definitivamente schiava del suo ingaggio. 

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