Roma, che fai con Destro e Pjanic?
Destro e Pjanic cercano casa, un senso a questa avventura alla Roma. Per loro il club ha speso venti milioni di euro più un cospicuo ingaggio, salvo poi scoprire di aver investito su dei lussi. Da due stagioni, il bosniaco vivacchia: prestazioni altalenanti con Luis Enrique, continui infortuni, una parabola in discesa, perché il giocatore è esattamente l'opposto della figura di mediano idealizzato da Zeman. Il boemo li vuole dinamici, capaci di inserirsi negli spazi, Pjanic invece è più un uomo di costruzione abituato a ricevere il pallone sui piedi e a riflettere. Da intermedio è improponibile, in cabina di regia gli vengono preferiti Tachtsidis e Bradley. A questo punto ci si chiede perché il club non abbia preso in esame l'offerta del Tottenham in estate, pronto a sborsare più di quanto la Roma aveva versato l'anno prima al Lione. Pjanic è un lusso inutile, per dargli senso occorrerebbe un nuovo allenatore.
Ancora più incomprensibile è stata la gestione del parco attaccanti. E' stato ceduto Borini, l'unico vero attaccante esterno in rosa, per investire i soldi ricavati dalla vendita nel prestito oneros(issim)o di Destro e decidendo di tenere in squadra Osvaldo. Il risultato di queste prime nove giornate di campionato è eloquente: secondo miglior attacco (17 gol fatti) e peggior difesa (16 gol subiti). I due estremi perfetti a rendere netta l'idea della fumosità del gioco e della scarsa attenzione della dirigenza nel voler migliorare i reparti di difesa e centrocampo, preferendo puntellare ancora di più un attacco che lo scorso anno ha evitato in molte partite il tracollo. Il ds Sabatini ha nuovamente sbagliato la campagna acquisti, ancora una volta ha puntato esclusivamente su scommesse, e Zeman ha completato l'opera mettendo addirittura a repentaglio i pochi punti fermi dell'anno scorso. Gli unici campioni in rosa, De Rossi e Totti, sono costretti a giocare fuori ruolo e i senatori iniziano a nutrire seri dubbi sull'efficacia del modulo. Ma Zeman non si tocca. Almeno fino al derby.