Roma, cessione in 15 giorni
Siamo agli sgoccioli. Dieci, massimo quindici giorni e la Roma passerà di mano, al gruppo americano capitanato da mister Tom DiBenedetto. Le parti stanno lavorando alacremente per far sì che si chiuda anche qualche giorno prima rispetto alla scadenza del 17 marzo, giorno in cui ( teoricamente) scadranno i trenta giorni della trattativa in esclusiva concessa da Unicredit.
CONFERMA -L’ennesima conferma è arrivata anche nella giornata di ieri. Quando più che credibili fonti interne all’Istituto bancario di piazza Cordusiohanno ribadito che«la trattativa sta andando avanti senza intoppi ». Nonostante le voci incontrollate, anzi sarebbe meglio dire controllate e diffuse ed è facilmente intuibile da chi, pare proprio che non ci sia più nessun tipo di margine perché l’affare non si chiuda. Si stanno stilando icontratti definitivi. Sono contratti piuttosto complessi, c’è bisogno di un po’ di tempo perché vengano stilati con tutte le clausole che servono. Tom DiBenedetto segue in prima persona tutto l’evolversi della vicenda, mettendo poi al corrente i suoi soci, Pallotta, Rouane e D’Amore. Una volta che sarà tutto fatto, i soci potrebbero aumentare di numero, anzi è molto probabile che succeda. E ci sono già diversi nomi che circolano a proposito. Al momento delle firme, mister DiBenedetto s’imbarcherà sul primo aereo diretto a Roma per brindare alla riuscita dell’operazione. Secondo indiscrezioni dovrebbe essere nella Capitale tra il dieci e il quindici marzo.
SAWIRIS -Sempre a proposito delle questioni societarie, ieri è tornato a far sentire la sua voce anche l’imprenditore egiziano Sawiris, proprietario di Wind, main sponsor del club giallorosso. E lo ha fatto con una dichiarazione piuttosto sorprendente che, in qualche modo, conferma come in questa città la strategia della disinformazione continui a essere praticata a beneficio di creduloni. Dunque, ecco le parole di Sawiris: «A me non piace chi fa doppi giochi in un negozio d’affari. In quanto imprenditore, la parola è il mio onore. Sulla Roma avevamo condotto un’ottima trattativa. Rosella Sensi era d’accordo su tutto. All’ultimo momento la banca mise un veto, dicendo che voleva tenere la Sensi al vertice della società. Per noi era inaccettabile ». Inaccettabile, per la verità, è pure questa versione perché all’epoca del presunto interessamento dell’imprenditore per la Roma, la notizia che circolava è che con lui sarebbe rimasta la famiglia Sensi, ma soprattutto perché dire che Unicredit voleva che rimanesse la dottoressa Sensi al timone della società giallorossa è sostenere una sciocchezza totale ( del resto da queste parti è stato sponsorizzato pure Gheddafi). Unicredit, una volta venuta a conoscenza della dichiarazione di Sawiris, ha fatto trapelare che «non c’è nessuna intenzione di commentare le parole espresse dall’imprenditore egiziano» . Giusto, meglio stendere un velo pietoso.