Roma, basta alibi:| Ora serve un segnale
E finora la nuova Roma targata Luis Enrique ha potuto lavorare con serentià proprio perché il popolo romanista ha capito l'importanza del momento, la necessità di dar tempo a questo gruppo tutto nuovo di crescere e prendere coscienza dei propri mezzi. Ma il passo indietro di Udine fa scattare nuovi allarmi: quella strada che sembrava ormai chiara nella testa di tecnico e giocatori, appare di nuovo impervia e oscura. Il lisciabusso che Sabatini oggi riserverà al gruppo (senza eccezioni), potrebbe servire a smuovere gli animi (nello spogliatoio qualche cigolio si inizia a sentire) e far svegliare questa squadra grande con le piccole e piccola con le grandi che finora ha perso con tutte le avversarie che la precedono in classifica. La Roma continua a sbagliare le partite che contano, sintomo chiarissimo di una «non crescita psicologica», ma anche delle assenze pesanti. Sarà un caso che senza Totti la nuova Roma ha perso quattro gare su sei? Forse, ma forse anche no. E vogliamo parlare dei problemi muscolari? Kjaer è l'ottavo giallorosso fermato da un problema al flessore: cosa che dovrebbe far riflettere chi lavora quotidianamente con i giocatori. Riflessione da fare alla svelta perché il margine di manovra concesso dalla piazza è ormai esiguo. C'è chi continua a buttar benzina sul fuoco (le ultime invenzioni sono il trasloco di Baldini in Russia con Capello e «gli americani nun c'hanno i sordi pe' fa' la ricapitalizzazione»). Ma visto che per la prima volta gli stipendi viaggiano con un mese di ritardo, qualcuno potrebbe anche abboccare.