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    Roma: anima smarrita, gioco che non c'è e tanta tensione. Ora anche Mourinho rischia

    Roma: anima smarrita, gioco che non c'è e tanta tensione. Ora anche Mourinho rischia

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    Un punto in classifica, un gioco che non c'è, il primo vero malumore della tifoseria e una tensione con la società mai risolta. José Mourinho vive la settimana più dura da quando è sulla panchina della Roma. Al netto di voci, più o meno compatibili con la realtà, lo spogliatoio continua a stare col tecnico. Semmai il rapporto logoro sembra essere quello tra lo Special One e la proprietà. Da una parte le recriminazioni per un mercato con troppe scommesse e pochi soldi spesi oltre all'assenza di un dirigente forte chiesto a gran voce da Mou già nella notte di Budapest (e che potrebbe arrivare). Dall'altra il malumore dei Friedkin per le strategie comunicative di José e una classifica che piange.

    CAMBIAMENTI -  In mezzo la Roma, appunto. Che alla ripresa potrebbe subire radicali cambiamenti: dal modulo (si torna a 4?) alla preparazione atletica passando per alcuni cambi di gerarchia (vedi i portieri). Servono risultati immediati o il futuro (anche quello prossimo) di Mourinho è a rischio. Il tecnico è in scadenza di contratto e al momento non c'è alcuna intenzione di rinnovare da una parte e dall'altra. Il rischio di un addio anticipato non è da escludere, la paura per una stagione da buttare pure. Serve una reazione. Mourinho ne ha parlato alla squadra anche toni forti dopo la gara col Milan, poi si è chiuso nel silenzio concedendo tre giorni di riposo. Ad aiutarlo alla ripresa ci saranno Dybala e Sanches, ma soprattutto Lukaku.

    MANCA L'ANIMA - Perché al netto di alcune lacune di rosa, lo spettacolo offerto col Milan non è ammissibile. E questo lo sa anche il portoghese. Il gioco estremamente pragmatico della Roma sta subendo quest'anno un calo di concentrazione inatteso e figlio anche dell'assenza improvvisa di Matic che garantiva equilibri difensivi oggi smarriti. Di colpo è calato il rendimento di alcuni uomini cardine: Rui Patricio, Smalling, Cristante, Pellegrini e lo stesso Dybala alla seconda giornata. Il cantiere aperto, ora deve chiudersi. Le tensioni vanno cancellate, e la Roma deve tornare se non altro ad avere un'anima. Per il bel gioco, probabilmente, non ci sono più speranze. 

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