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  • Gino Mancini
    Roma, Pallotta rivela un retroscena su Soros: 'Sogno una finale di Champions contro la Juve, ritireremo la 10 di Totti'

    Roma, Pallotta rivela un retroscena su Soros: 'Sogno una finale di Champions contro la Juve, ritireremo la 10 di Totti'

    Il presidente della Roma, James Pallotta ha dichiarato in un'intervista a Sky Sport: "George Soros era interessato al club giallorosso circa 7 anni fa e lo so perché un mio amico lavorava con lui. La trattativa si è interrotta il giorno prima della firma, veramente. Chi era con lui mi ha detto che stavano per firmare, ma alcuni avvocati che lavoravano alla trattativa hanno cercato di cambiare all'ultimo momento le cose, così il gruppo di Soros ha fatto saltare tutto, rinunciando all'affare". 

    "Il mio sogno sarebbe di giocare una finale di Champions League contro la Juventus, se succedesse veramente sarebbe fantastico, ma anche poter clonare grandi giocatori come Totti, De Rossi e Florenzi. Ai Boston Celtics avevamo Bird e Paul Pierce, mi piacerebbe avere giocatori che restino alla Roma per 10-15 anni. Se ritireremo la maglia numero 10 di Totti? Non ci sono dubbi". 

     

    I nuovi stadi, in particolare quello della Roma, rappresentano un passo in avanti per il calcio italiano? 
    "Certamente. La Juventus è stata la prima in Italia e ora ha un grande stadio. Roma è visitata da più di 30 milioni di turisti, i tifosi hanno una grandissima passione e credo fosse necessario avere un nuovo stadio.  Spero che il nostro progetto possa ispirare altri nuovi stadi in Italia, è un aspetto fondamentale se vogliamo continuare a competere ai massimi livelli nel mondo". 

    È vicina la firma del nuovo contratto di Garcia? 

    "Ne abbiamo parlato, ma Garcia non ha fretta e noi siamo pronti a sederci con lui in qualsiasi momento. Garcia si trova molto bene qui e anche grazie al nuovo stadio non vedo motivi per i quali lui non dovrebbe restare a lungo. Noi vogliamo che lui resti molto a lungo a Roma. Durante la stagione in tanti hanno parlato di questo contratto, mentre Garcia pensa soltanto ad allenare, a vincere e a portarci in Champions League. Non pensa più di tanto a questo contratto". 

    Non è un chiodo fisso. 
    "No, non lo è e penso che i 90 euro che gli ho dato l’altro giorno possano bastare per coprire magari un pranzo, una buona cena (sorride, ndr)". 

    In Italia si firma un contratto ma, poi, dopo un anno si chiede di rinnovarlo; succede così anche negli Stati Uniti? 
    "No, assolutamente no. Ovviamente, per me è stata una sorpresa, ma anche altri aspetti legati ai contratti. Ho parlato con tanti proprietari in Europa, molto frustrati per il rapporto con determinati agenti, per come gestiscono i giocatori. Prima o poi questa cosa dovrà cambiare". 

    In Italia si parla molto degli arbitri; negli Stati Uniti non è così, vero? Anche se lei ha avuto qualche problema nelle finali di NBA. 
    "Sì, una volta ho preso una multa". 

    Pensa che si dia troppa attenzione agli arbitri? 
    "Io credo sia un lavoro molto difficile, si tratta di un gioco molto veloce, dinamico. Un arbitro deve riuscire a seguire ogni fase della partita e, poi, a volte in campo ci sono degli attori davvero incredibili, grandissimi. Dovrebbero inventare una nuova categoria degli Oscar per loro. L’arbitro ha un ruolo molto complicato, ma non sono sicuro che i replay e la tecnologia possano funzionare. Magari potrebbero essere utili per determinare i gol, mi piacerebbe che sperimentassero la tecnologia nel calcio durante le amichevoli, per vedere se può funzionare". 
     
    La finale dei sogni della prossima Champions League? 
    "La partita più bella in finale per noi, forse, contro la Juventus". 

    Sarebbe il meglio per il calcio italiano. 
    "Se succedesse, sarebbe davvero fantastico". 

    Cosa pensa della cultura sportiva italiana? Ha trovato molte differenze rispetto a quella americana? 
    "Sicuramente il razzismo, deve essere eliminato, cancellato". 

    Come si può lavorare su questo problema? 
    "Bisogna identificare i veri colpevoli". 

    Le persone, non i settori dello stadio. 
    "Non i settori, non si possono punire tutti a prescindere, bisogna identificare, è assurdo. Bisogna identificare le persone e impedirgli di tornare allo stadio, non devono più metterci piede. Gran parte della tecnologia che introdurremo nel nuovo stadio, servirà per garantire la sicurezza, vogliamo sia un posto adatto sia ai nostri tifosi, che alle famiglie. Ovviamente, vogliamo che i 14mila tifosi della Curva Sud siano liberi di divertirsi, il loro modo unico di tifare, rappresenta un grande vantaggio per tutti noi, ma ci deve essere un limite. Saremo in grado di identificare i tifosi colpevoli di cori razzisti e non potranno mai più tornare allo stadio. Tutto questo è molto semplice". 

    Pensa che troverete delle difficoltà? 
    "Ne sono sicuro, ma è una cosa che succede in molti altri paesi". 

    È vero che Soros è stato il primo a parlarle della Roma? 
    "So che Soros si era interessato alla Roma circa sette anni fa, lo so, perché in quel periodo un mio amico lavorava con lui. La trattativa si è interrotta il giorno prima di firmare l’accordo". 

    Questa è una notizia, non lo sapevamo. 
    "Chi era con Soros mi ha detto che stavano per firmare l’accordo, ma alcuni avvocati che lavoravano alla trattativa hanno cercato di cambiare le condizioni, così il gruppo di Soros ha fatto saltare tutto rinunciando all’affare". 

    Quanto sono importanti i giocatori, le bandiere per la Roma, come quelli che sono qui da anni? 
    "Sarebbe fantastico poter replicare giocare come Totti, De Rossi, Florenzi. Mi piacerebbe avere giocatori che possano restare alla Roma per 10, 15 anni". 

    Quando Totti smetterà dovrete ritirare la maglia... 
    "Ovviamente, non ci sono dubbi. Quando succederà non sarà una cosa di un’ora, durerà almeno un mese". 

     


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