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    Roma, altra chance per Pastore: cambio di modulo per salvare il mercato?

    Roma, altra chance per Pastore: cambio di modulo per salvare il mercato?

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    Un'altra occasione. Per migliorare una condizione fisica ancora lontana da quella ottimale e per concedere a un giocatore importante per curriculum e costo la possibilità di riscattarsi dopo la deludente esibizione contro il Torino. Eusebio Di Francesco è intenzionato ad insistere su Javier Pastore nel posticipo di lunedì sera con l'Atalanta, continuando a lavorare sul 4-3-3 che anche in questa stagione è il modulo da cui si riparte. Concetti tattici da acquisire in fretta per uno degli ultimi arrivati in casa giallorossa, movimenti e sincronismi da mandare a memoria in fretta per non rischiare di sprecare la chance e perdere posizioni nelle gerarchie.

    4-2-3-1? SI', MA... - In mezzo al campo, la Roma vanta un'abbondanza di giocatori e soluzioni come non accadeva da tempo, con 6 giocatori a contendersi tre maglie: ai confermatissimi Pellegrini, De Rossi e Strootman (ad oggi prevale la volontà condivisa di respingere l'assalto del Marsiglia), si sono aggiunti Nzonzi e Cristante, clienti scomodi e investimenti importanti da parte del direttore sportivo Monchi. L'ipotesi di un passaggio al 4-2-3-1, sistema di gioco che contemplerebbe la presenza di un trequartista, viene vista ad oggi come asso nella manica a partita in corso, sulla falsariga di quanto avveniva nell'ultimo campionato con Nainggolan da incursore. Un cambio di cui potrebbe beneficiare in futuro anche Cristante, che dà il meglio di sè quando deve preoccuparsi il meno possibile della fase difensiva per sfruttare la sua facilità negli inserimenti, come dimostra l'esperienza all'Atalanta sotto la guida di Gasperini. 

    IL DILEMMA - Una scelta di rottura col passato che valorizzerebbe anche due giocatori come De Rossi e Nzonzi, con Strootman prima alternativa, in campo contemporaneamente per dare copertura alla difesa ed equilibrio a una squadra di chiara vocazione offensiva. Qui finiscono i pro, perché una diversa disposizione in campo significa una casella da riempire in meno per i centrocampisti di Di Francesco, chiamato a risolvere un rebus tutt'altro che semplice. Avanti nella linea della continuità, per non perdere le certezze acquisite nell'ultima stagione o maggiore flessibilità per valorizzare un mercato che ha aumentato le alternative ma anche aumentato le incognite?

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