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    Roma, Abraham: ‘Voglio vincere titoli e non sono qui solo per Mourinho’

    Roma, Abraham: ‘Voglio vincere titoli e non sono qui solo per Mourinho’

    Dopo quella di Vina e Shomurodov andata in scena qualche giorno fa, oggi presso la sala stampa del Centro Sportivo Fulvio Bernardini ci sarà la presentazione del centravanti Tammy Abraham, ultimo colpo di mercato di Tiago Pinto

    Quanto è stato importante Mourinho nella tua scelta? Pensi che la Roma possa già vincere un trofeo, come la Conference League?
    "È una bella domanda. Ho parlato sia con Mourinho sia con Tiago Pinto, mi hanno spiegato l'ambizione e la visione del club. Sono anche io ambizioso e credo in una visione quando ne vedo una. Sono qui non soltanto per fare gol e per aiutare la squadra, ma soprattutto per vincere dei trofei. Speriamo di farlo già da quest'anno. La Conference League è un torneo importante, siamo concentrati di partita in partita".


    Pensi di poter giocare con un altro attaccante, con Shomurodov?
    "Non sono nato attaccante, ho iniziato a giocare ala destra, poi mi sono spostato. Questo per dire che sono abituato a giocare in diversi ruoli e in moduli diversi. Non ho sempre giocato da unica punta, posso farlo e dipende sempre dal modulo, dai giocatori che il mister sceglie. Sta a me dare il meglio di me sempre in termini di gol, di assist e di aiuto alla squadra".

    Qual è la tua opinione della Serie A? Cosa pensano i giocatori inglesi in termini di qualità e intensità rispetto alla Premier?
    "Guardando le squadre italiane in campionato ti rendi subito conto di come il calcio italiano sia un calcio tattico, le squadre difendono bene collettivamente, sono messe bene in campo, è difficile trovare gli spazi e fare gol. In Premier ci sono grandi squadre che quando giocano contro le piccole hanno la palla e dominano. In Italia regna l'equilibrio, ho imparato che qui le squadre sono tutte buone e preparate. Questa è la differenza principale col campionato inglese".

    È difficile per un inglese lasciare la Premier e la Champions, sei qui per Mourinho. Cosa ne pensi?
    "Tengo a dire che non sono qui solo per José, la sua presenza è stata molto importante ai fini della mia decisione. Ma ho sempre seguito la Roma in tv, nelle competizioni internazionali, sapevo dove arrivavo e conosco la Roma da sempre. Ho avuto il privilegio di condividere lo spogliatoio al Chelsea con Rudiger ed Emerson che mi hanno parlato della Roma, soprattutto Tony. Il mister è ambizioso, mette passione nel suo lavoro ed è vincere. Sono caratteristiche in cui mi ritrovo. È un piacere averlo qui".

    Sei stato protagonista di una trattativa di mercato che ha visto spostare Lukaku e Dzeko. Che effetto ti ha fatto? Ti aspettavi un impatto così forte in squadra

    Mi sono sempre concentrato sul calcio, ho sempre cercato di aiutare la squadra che rappresentavo. Quando è arrivata la Roma ho spostato il mio focus. Indosserò la maglia 9 di Dzeko, un attaccante che ho sempre seguito in tv e ho sempre ammirato. Tanto di cappello per quanto fatto qui, adesso toccherà a me colmare questo vuoto. Lukaku ha fatto il percorso inverso. Ritrovare il mio nome associato al loro è un privilegio, io sono un calciatore giovane che ha ampi margini di miglioramenti ma è solo l'inizio. Devo dire che da quando sono arrivato i tifosi sono stati straordinari come i compagni di squadra. Mi ha fatto sentire a casa. Si cerca di ricambiare nell'unico modo possibile, di regalare soddisfazioni. Veniamo dal periodo del covid che ha tenuto i tifosi lontani e ho tanta voglia di giocare bene. Quando arrivo da qualche parte gli piace giocare con il cuore, sudare per questa maglia, lasciare il sangue su questa maglia. Mi piace lasciare subito il segno e spero di esserci riuscito.


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