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    Roma, 23 febbraio, Libera la Lazio: ecco chi sta contro Lotito e chi lo difende

    Roma, 23 febbraio, Libera la Lazio: ecco chi sta contro Lotito e chi lo difende

    • Angie Borromeo
    L’ultima protesta dei tifosi laziali si chiama “Libera la Lazio” ed è una vera rivolta contro il Presidente Claudio  Lotito.

    L’inizio del 2014 non sarà certo ricordato positivamente da Claudio Lotito, nato a Roma il 9 Maggio 1957, Presidente della S.S. Lazio dal 19 Luglio 2004, sotto accusa da parte dei tifosi laziali per essere ritenuto l’unico ed esclusivo responsabile della fallimentare stagione della squadra e di avere svilito, negli anni della sua gestione, lo spirito biancoceleste.

    Figura controversa, poco amata dalla tifoseria, che lo ha spesso pubblicamente contestato, a muso duro, senza esclusione di colpi, ai quali il Presidente ha sempre replicato con altrettanti toni duri, non accattivandosi le simpatie.

    E ora pare che sia arrivato il momento di presentare il conto che per i tifosi è un conto in rosso, in perdita, a tal punto da chiedere al Presidente di cedere la Lazio. Da parte sua, Claudio Lotito si è presentato alla Lega calcio il 3 Febbraio scorso e in una concitata conferenza stampa, ha dichiarato di essere minacciato ogni giorno, anche di morte e ha accusato apertamente alcuni giornalisti di “istigazione alla violenza”.

    La petizione dei tifosi è stata denominata “liberalalazio” e nasce sui social network con video annesso. La protesta avrà il suo culmine in occasione della gara contro il Sassuolo, in programma il prossimo 23 febbraio, all’Olimpico, dove si stima accorreranno decine di migliaia di tifosi. 

    Abbiamo dato la parola agli esperti di fede laziale per comprendere i motivi della protesta e, soprattutto, quali sarebbero le contestate responsabilità e/o omissioni della società presieduta da Claudio Lotito che hanno causato tanta rabbia nei laziali

    STEFANO GRECO, giornalista professionista, editore e direttore della testata  SSlaziofans.it, da anni contesta la gestione Lotito e appoggia apertamente la protesta dei tifosi laziali. 

    Era il 20 giugno 2005, quando Claudio Lotito annunciò a Formello la costruzione dello Stadio delle Aquile, mostrando un plastico realizzato dall’Ama Group. Sono passati 2.751 giorni da quell’annuncio, da quando Lotito disse di avere sia i terreni dove costruire sia 500 milioni di euro pronti per realizzare un’opera faraonica che oltre allo stadio comprendeva una Cittadella dello Sport, un centro commerciale, ristoranti e un piccolo quartiere destinato a nascere intorno all’impianto: insomma, una piccola Lazioland da vivere 365 giorni all’anno.

    Bene, in questi 2.751 giorni, oltre ad una marea di chiacchiere, oltre ai costi dell’opera saliti da 500 a 800 milioni di euro, di concreto non è successo nulla
    . Al contrario la Roma, grazie alla nuova proprietà, ci ha messo solo 500 giorni per trovare l’area destinata al nuovo stadio, per avere l’accordo con l’attuale sindaco e soprattutto ha i soldi per realizzare il progetto”.

    Greco, mi permetta, non credo che uno stadio promesso e non ancora realizzato possa costituire una colpa gravissima per volere Lotito fuori dalla Lazio. Ci sono altri fatti che contestate e, soprattutto, è stata la cessione di Hernanes a far traboccare il vaso ormai stracolmo per voi laziali?
    Con Hernanes non è successo nulla di diverso rispetto a quello che è successo con tanti giocatori e, troppe volte in questi dieci anni, con tanti ragazzi che sono stati “costretti” a lasciare la Lazio o che sono scappati da Lotito e da come viene gestita questa società, non da questa maglia o dalla gente laziale.
    Ne abbiamo sopportate di cessioni dolorose, in questi anni e, dopo Nesta (anche in quell’occasione a poche ore dalla fine del mercato, dopo promesse e giuramenti di forma che non sarebbe mai stato ceduto), niente potrà fare più male di quello strappo.

    Il problema non è un giocatore che parte o chi arriva. Il problema sono le bugie, la falsità di certi personaggi, ma soprattutto l’uso privato che si sta facendo da anni della Lazio, di una società che è ed è stata sempre patrimonio della gente. Perché senza la sua gente, la Lazio sarebbe stata spazzata via tante volte e tanti anni fa, ben prima dell’arrivo di Sergio Cragnotti, l’uomo che ha cambiato la storia sportiva di questo club. Parlo di una gestione privata della Lazio a proprio uso e consumo.

    E non lo dico da oggi, lo scrivo da sempre, perché le prove sono sotto gli occhi di tutti, sono stampate nero su bianco sui bilanci. Dal 2004 a oggi, la Lazio non ha ricevuto un solo euro da Lotito. La Lazio è stata il biglietto da visita per entrare in Parlamento e in Senato, per entrare e uscire dal Ministero degli Interni e dai palazzi di Regione, Provincia e Comune che Lotito già frequentava da tempo, ma senza trovare le porte spalancate che ha trovato da presidente della Lazio.

    La Lazio non è una scelta di vita o una passione, ma una mucca da mungere, da utilizzare anche per cose che con la Lazio non hanno nulla a che fare, come la gestione della Salernitana. 

    Nell’ultimo bilancio presentato dalla Salernitana, la Lazio è la voce principale nelle entrate del club: oltre 1,5 milioni di euro versati dalla Lazio Marketing, contro i 900.000 euro incassati lo scorso anno per la vendita di biglietti e abbonamenti. Questo significa che senza i soldi della Lazio, Lotito non potrebbe fare il presidente della Salernitana. E che senza i soldi della Lazio, la Salernitana sarebbe nuovamente fallita.  E questo è solo l’ultimo degli esempi per spiegare a cosa serve in realtà la Lazio a Lotito.
    Ripeto, basta esaminare i bilanci. Dulcis in fundo, la Salernitana, alla faccia del non conflitto d’interesse nel gestire contemporaneamente due club professionisti, in barba all’articolo 16 bis delle NOIF; alla faccia delle dichiarazioni da “buon samaritano” con cui ci affligge da anni: “Io ho sempre agito con spirito di servizio, non percepisco un euro per il mio ruolo di presidente della Lazio, anzi, mi pago pure le bollette dei telefonini”
    E’ arrivato il momento di dire basta alle bugie di Lotito”.

    Riccardo Mandarelli, attaccante trentaseienne (ex Latina, Terracina,) attualmente in prima categoria nel Bovillense, spezza una lancia in favore di Lotito.

    Direi che qualcosa di calcio capisco dopo 28 anni di carriera da calciatore e, sinceramente, non me la sento di dare tutte le colpe a Lotito. Quando lui è arrivato alla Lazio, noi uscivamo dalla gestione del Presidente Sergio Cragnotti, il quale ci aveva abituati ad acquisti di giocatori di altissimo livello e alle vittorie grazie allo squadrone che si era formato. Basti pensare che appena arrivò alla Lazio spese 60 miliardi di allora vecchie lire per rifare la squadra. Ricordo diversi campioni che si sono alternati, come Vieri, Siniša Mihajlović, Nesta, Favalli, Sergio Conceicao, Almeida, Diego Pablo Simeone, Nedved, Salsas, Boksic, Marchegiani, Dejan Stankovic. Una bella Lazio che, in quegli anni, ha vinto di tutto: Scudetto, Coppa Italia, Coppa delle Coppe, 2 Supercoppe italiane ed una europea. Per non parlare della qualificazione agli ottavi di Champions League. Sergio Cragnotti aveva, purtroppo, accumulato tantissimi debiti  e, dopo il fallimento, grazie all’ingresso di Lotito, i milioni di euro debiti sono stati spalmati e pagati negli anni. Quindi Lotito arrivò proprio per salvare la società dal crack. Sotto la sua gestione abbiamo portato a casa due Coppe Italia, l’ultima lo scorso 26 maggio contro la Roma. Quest’anno abbiamo la stessa squadra, pesa l’assenza di Mauri e di una punta che i tifosi si aspettavano. Se non ci sono stati grandi colpi di mercato è perché ha molti giocatori fuori rosa da pagare e che ancora non riesce a trasferire. Bisogna però comprendere che ci sono squadre altamente competitive in A, come la Juve, che da anni ha una continuità di gioco, mentre la Lazio ha dovuto cambiare il responsabile tecnico quasi ogni anno. Anche con Petkovic ci eravamo illusi di avere trovato una buona guida, ma poi tutti sappiamo come è finita. Sono contento che sia ritornato Reja perchè è stata una boccata di ossigeno per la squadra che è ritornata a vincere”.

    Le va di mandare un messaggio alla tifoseria laziale?
    Posso dire che sono rimasto molto deluso quando ultimamente sono andato all’Olimpico. Mancavo da un paio d’anni per i tanti impegni lavorativi e familiari. I tifosi  incitavano poco la squadra e non cantavano gli inni perché hanno passato tutto il tempo ad insultare Lotito. Tutt’altra cosa quando io ero un giovanissimo tifoso di fede laziale. Ecco vorrei che ritornasse quello spirito e vorrei incitare i tifosi ad andare allo stadio per urlare solo FORZA LAZIO”.

    PAOLO COLANTONI, giornalista e conduttore di lazio56 su Teleroma56, appoggia la protesta dei tifosi laziali perché è convinto che “restando naturalmente nei limiti della civiltà, è molto più forte l’impatto di vedere uno stadio colmo che incita la squadra e critica la dirigenza piuttosto che uno stadio desolatamente vuoto. La cessione di Hernanes all’Inter ha ulteriormente amplificato il malcontento perché il ricavato non è servito a rimpiazzare il talentuoso centrocampista. Non sarà facile trovare un’acquirente perché la quota di maggioranza detenuta da Lotito lo mette al sicuro da “scalate”. C’è solo da sperare che vi sia pubblicamente un annuncio di qualche investitore interessato ad acquisire le quote societarie. Nell’attesa di importanti novità, sarebbe positivo evitare, soprattutto da parte della dirigenza, il muro contro muro, i duelli, le prese in giro”.

    VINCENZO MORABITO agente Fifa e commentatore sportivo di Premium Calcio  appoggia la protesta come tifoso laziale, ritenendo che, dopo circa dieci anni, la società non ha dimostrato di avere una strategia, un progetto adeguato alla storia del club e, soprattutto, l’accusa di essere molto mediocre per le ragioni che ci spiega. 
    “Il valore di un progetto sportivo non può essere valutato solo per i successi cittadini. La Lazio nel 2000 era un club tra i grandi a livello mondiale. Oggi non ha uno sponsor, non ha uno staff medico adeguato e lo si vede dai vari infortuni ai giocatori, non ha un osservatore per i nuovi talenti, non ha giocatori di livello perché non vuole spendere, non ha neanche portato a termine il progetto del nuovo stadio. Se è riuscita a sanare i debiti pregressi ereditati dalla presidenza Cragnotti è grazie agli incassi delle partite, i diritti di immagine e di tv e non certo grazie ai soldi di Lotito, come va dicendo qualcuno”.

    La scorsa stagione, accontentando la tifoseria che non voleva più sulla panchina biancoceleste Edoardo Reja, il Presidente Lotito ha affidato la squadra a Vladimir Petkovic, il quale alla sua prima stagione ha vinto la Coppa Italia contro la Roma per 1 a 0. Tutto sommato è stata per voi una buona stagione tenendo la vetta per metà campionato. 

    Si, certo ha ingaggiato il tecnico più titolato del mondo, ex Bellinzona,  exYoung Boys. Un grande pubblico, una grande città, una storia centenaria, meritano di più di un anonimo limbo calcistico. E' arrivato il momento di aprire ad una nuova proprietà e dico soltanto che è arrivata l’ora per Lotito di lasciare”.

    Per dovere di cronaca, quando tento di ricostruire la gestione Lotito chiedendo se qualche merito andrebbe riconosciuto e la rabbia dei laziali non fosse più per l’attuale momento di gloria della rivale Roma, l’agente Fifa va via senza rispondere perché dice di non essere interessato ad ascoltare una benché minima scusante in favore di Lotito.

    GIANLUCA NATOLI, giornalista, precedentemente Rai, di fede laziale, ritiene che la protesta dei tifosi biancocelesti, “come ogni forma di protesta, purché civile, vada ascoltata. La gente laziale chiede da anni, con scarso successo, che il presidente Claudio Lotito ascolti il cuore dei tifosi. L'iniziativa contro il Sassuolo è innovativa. Manifesta un evidente segno di stanchezza, che tuttavia dovrà trovare sfogo in sole formi civili per essere accettabile”.

    Quali sono le colpe del Presidente della Lazio a tal punto da richiedere in massa le sue dimissioni?

    Noi tifosi non vediamo né un futuro né una seria programmazione alla Lazio. Un esempio, venduto Hernanes a una diretta concorrente per l'Europa, lo scorso 31 gennaio, non è arrivato nessun sostituto. Sembra mancare una struttura dirigenziale solida, capace di garantire il tanto atteso salto di qualità. I tifosi non chiedono la luna, solo di vedere rispettata la propria dignità che punta le radici al lontano 1900, quando nasceva appunto la S.S Lazio. A ciò si aggiunga la mancanza di capacità comunicativa con la tifoseria, con i manager e società per le trattative di mercato. Discutibile anche la gestione dei rapporti con alcuni calciatori come nei casi di Pandev, Ledesma, Diakitè, Cavanda, Zarate. E per finire il progetto dichiarato del nuovo stadio, di cui, a tutt’oggi, dopo dieci anni, non si vede neanche l’ombra”.

    Riconosce qualche merito nel corso della gestione decennale di Lotito?
    “Vanno riconosciuti a Lotito, per dovere di cronaca, alcuni meriti. Su tutti, quelli di aver risanato, almeno parzialmente, la difficile situazione economica della società, quando è subentrato a Cragnotti. Lodevoli anche alcuni colpi di mercato: Hernanes, Lulic, Marchetti, Dias, Klose”.

    Nel caso di dimissioni, in mancanza di acquirenti della società, così come va sostenendo lo stesso Lotito, quale futuro si prospetterebbe per la Lazio?
    “Essendo la Lazio una società quotata in Borsa non entro nel merito della questione. Posso solo dire che le trattative, come sempre, si fanno in due. Serve un compratore, ma anche la volontà di chi possiede le quote di vendere o quantomeno valutare ipotetiche offerte”.

    La sua opinione sulla conferenza stampa del Presidente Lotito in Lega Calcio, dove si è sfogato con la stampa sostenendo di ricevere ogni giorno minacce di morte dei tifosi istigati alla violenza da alcuni giornalisti.

    “Gli episodi di violenza o minaccia vanno sempre stigmatizzati. Tutte le forme di protesta dei tifosi laziali devono avvenire nel rispetto della legge, ovviamente. Per questo trovo valida l'idea dei laziali di riempire lo stadio nella gara che si terrà contro il Sassuolo il prossimo 23 Febbraio, all’Olimpico, per esternare le loro richieste”.

    L’ultima parola abbiamo voluto concederla alla “voce” dei tifosi laziali, al noto giornalista laziale Guido De Angelis, telecronista sportivo, speaker radiofonico.

    Che cosa sta accadedo a Roma,  in questi giorni, tra i tifosi laziali e Lotito? 
    "La tifoseria è stanca e delusa, complice l’ennesima campagna acquisti decisamente deficitaria. Ci aspettavamo un grande acquisto, ma, addirittura, è stato ceduto il miglior calciatore della Lazio. Negli ultimi due-tre anni dopo l’arrivo di Klose, la società ha arrestato la propria crescita, quasi a dare un segnale che la Lazio non può partecipare al calcio che conta. In una piazza così grande e con una storia centenaria, non dimenticando la definitiva consacrazione della Roma in città, tutto questo ha prodotto una reazione anche in quei tifosi che all’inizio appoggiavano Lotito”.
    Quali sono le maggiori responsabilità addebitate alla gestione Lotito?
    “Lo scarso dialogo con la gente, nessuna figura di riferimento in società, l’aver dimenticato sia la storia della Lazio, sia i personaggi che l’hanno costruita”. 
    Tifoseria e stampa sono unite nella protesta e il Presidente Lotito ha accusato alcuni giornalisti di istigazione alla violenza nella conferenza stampa in Lega calcio,  in quanto è sottoposto a quotidiane  minacce da parte dei tifosi. Secondo lei quale sarebbe la soluzione ideale ed immediata per dare fine a tutto ciò?
    “Prima di tutto, sono decisamente contrario a ogni forma di violenza, da qualunque parte essa provenga. In secondo luogo, basterebbe che il presidente riuscisse a compiere gesti sinceri e di dialogo con tutto il mondo Lazio: giornalisti e tifosi; far parlare di più gli atleti leale, facendoli sentire importanti in tutte le manifestazioni, coinvolgendo figure storiche laziali per poter rivedere uno stadio sorridente, con tante famiglie che ritornano allegramente la domenica.  Sia chiaro: ognuno nel rispetto dei ruoli, il tifoso deve fare solo il tifoso e il presidente deve capire che la Lazio, senza i tifosi, sarebbe niente”.

    Posso chiedere se contribuisce ad accrescere la rabbia dei laziali assistere all’ascesa dell’eterna rivale, la Roma, che sta vivendo una stagione da protagonista, ha un progetto esecutivo del nuovo stadio, ha un nuovo tecnico che fa entusiasmare gli animi dei tifosi, creando un ambiente molto coeso e, soprattutto, pur non rivoluzionando la squadra, è riuscito a creare una squadra di alto livello,  conquistando il record storico di maggior numero di vittorie consecutive, esattamente 10, da inizio campionato.

    “Lei ha risposto alla sua domanda: manca questo alla Lazio, la voglia di crescere insieme alla sua gente, progetto che si è arenato. Il tifoso lo avverte e tutto ciò rischia di far uscire la Lazio dal radar del grande calcio. Poi, però, bisogna riconoscere che Lotito ha portato un record che resterà eterno: quello del 26 maggio; la vittoria della coppa Italia sulla Roma.Quello  sarà impossibile da battere”.
     
     

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