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Rocchi: "Soddisfatto degli ultimi arbitraggi? No, serve omogeneità. Al Var solo operatori di ruolo"
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INTERPRETAZIONI - "La formazione è fondamentale, specialmente in un gruppo. Noi siamo 46 arbitri: o metto un chip dentro ciascuno di loro, oppure ognuno ha una testa pensante e una sua filosofia. L'obiettivo è avere una linea comune: possono essere liberi di rappresentare il proprio pensiero, ma se prendiamo una decisione va seguita tutti insieme. L'ideale sarebbe avere omogeneità al cento per cento, ma è praticamente impossibile: si tratta di essere umani. Anche con una norma scritta benissimo, resta a chi giudica la possibilità di interpretazione".
RUOLI - "La nostra idea sarebbe di avere operatori al VAR solo di ruolo, ci siamo accorti che hanno una filosofia un po' diversa. La separazione è fondamentale, se si lavora su un gruppo piccolo le interpretazioni sono più comuni che su un gruppo grande. Anche se molto criticati, i nostri VAR sono molto apprezzati e riceviamo ogni settimana offerte dall'estero. Ne mandiamo pochi perché siamo pochi, dispiace aver perso Irrati e Valeri, ma dimostra la bontà del lavoro fatto. Sull'interpretazione si può discutere per settimane, ma non dimentichiamo che il calcio è anche soggettività. Dietro ogni decisione c'è sempre una persona".
VAR A CHIAMATA E TEMPO EFFETTIVO - "Sono proposte su cui c'è una discussione IFAB, non posso discuterne troppo. Per quanto riguarda il challenge, è una soluzione alternativa. O meglio, potrebbe essere una soluzione complementare per il calcio di vertice: l'obiettivo è avere una decisione corretta. Di sicuro il Var a chiamata è una soluzione alternativa, potrebbe essere una soluzione complementare per aiutare l'arbitro a trovare una soluzione corretta. Per quanto riguarda il tempo effettivo, stiamo lavorando sulle perdite di tempo e su altro: se dovesse arrivare nel calcio, stravolgerebbe questo sport, ma probabilmente tutti giocherebbero gli stessi minuti".